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Caldo in Toscana, alternative alla spiaggia? Ecco il sentiero immerso tra chiese, ponti e un “misterioso” altare

di Emanuela Ambrogi

	Il misterioso altare di Palleggio
Il misterioso altare di Palleggio

Gli insediamenti in questa porzione di territorio sono ricchi di storia e tradizione: la natura travolgente regala scenari e panorami emozionanti

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LUCCA. Sono pieni di misteri gli insediamenti sui monti della Valle del Serchio. Non ci sono solo le spaccature e le grotte di Vico Pancellorum ad attirare l’attenzione di archeologi, esperti e curiosi. Anche la frazione di Palleggio è uno scrigno pieno di segreti.

Si trova sopra Bagni di Lucca e nel giorno in cui si festeggia la giornata celtica torna di prepotenza alla ribalta con i sui resti che rimandano anche a quel periodo. La Vicari Val di Lima alcuni anni fa ha dedicato ai misteri di Palleggio un altro dei suoi itinerari, curato e presentato ai tantissimi turisti arrivati dal cultore di storia locale Virgilio Contrucci, camerlengo della Vicaria. Il suggestivo viaggio nel mistero ha inizio partendo da un vecchio sentiero che parte dalla rotabile per San Cassiano di Controne, proprio di fronte alla casa che ospitò Gemma Galgani, che lì aveva prestato servizio come domestica. Il sentiero preromanico porta alla località La Torricella e per compiere l’intero tragitto occorrono circa 50 minuti. Ma ne vale la pena.

Prima di arrivare alla località Porta a Castello si notano già spazi adibiti a carbonaie. «Doveva trattarsi di una zona presumibilmente adibita a luogo di preghiera, di raccoglimento forse nell’era celtica, escludendo quella medioevale - dice Contrucci - per la quantità degli spazi (7-8 ricavati da muri a secco costruiti con pietre monolitiche enormi) gli alberi erano pochi. Oggi è possibile vedere questi sassi dalle dimensioni enormi che suscitano inevitabilmente tante domande».

Una forma devozionale si può vedere proseguendo il cammino quando è possibile osservare, sia a destra che a sinistra, le "coppiglie" lungo la roccia (nelle incisioni come forma devozionale). Arrivati a Porta a Castello, dove il punto è segnato da una grande croce in ghisa del XIX secolo, si apre un luogo denso di mistero, mai studiato: c’è una grossa pietra monolitica, sdraiata con la punta rivolta verso est, che guarda Casoli dove si trova l’altare del calendario celtico. In questa enorme roccia si trova una incavatura rotonda che dà l’idea di aver raccolto offerte votive. Era stata sicuramente approntata dagli abitanti prima dell’avvento romano. Poco sopra si arriva alle spaccature lunghe alcuni metri e larghe 60/90 centimetri. La spaccatura è naturale, ma la cosa che colpisce è che l’aria che fuoriesce dall’interno è diversa da quella ambientale, come fosse un vapore. Durante i mesi invernali il salto termico è evidente. Chi si è avvicinato con le torce elettriche è riuscito solo ad intravedere un antro enorme inesplorato e mai studiato. All’inizio solo un mucchio di terra. Una possibile grotta? Non è da escludere. Resti di animali? Un offertorio? È tutto da scoprire.

Superato questo punto si arriva alla Torricella dove i resti di una torre rotonda probabilmente di epoca romana dominano la splendida vallata. Altro itinerario da non perdere è quello che parte da Palleggio. Dalla chiesa di Pian di Scalchi, vicino al cimitero, si prosegue la pedonale che porta a Cocciglia. Dopo 15minuti si arriva davanti a un ponte romano, che attraversa il torrente Scesta quasi sempre secco. Una costruzione bellissima che viene chiamata Ponte Vecchio. All’ingresso di Palleggio c’è l’oratorio della SS. Annunziata chiuso da una cancellata del XVI secolo. Più sotto c’è il campanile della chiesa di S. Maria Assunta che ha origine remotissime, come tutto il paese, un tempo rocca fortificata a guardia della via di accesso per la Controneria.

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