Mister Gorgone alla nuova proprietà della Lucchese: «Chiarezza sui pagamenti»
La squadra attende risposte dopo la grande vittoria contro la Ternana e prima del derby con il Pontedera
LUCCA. Giorgio Gorgone come Cola di Rienzo, il più popolare tribuno romano che nel tardo medioevo tentò di instaurare nella Roma straziata dai conflitti tra il popolo e i baroni una forma di comune. Questo allenatore amante della filosofia (è appassionato all’esistenzialismo di Heidegger) che per 18 mesi è stato sulla graticola per colpe altrui (molti tifosi dovrebbero chiedergli scusa), al termine della clamorosa e straordinaria vittoria (4-1) contro la Ternana, la formazione con il budget più alto del girone, è sceso in sala stampa per lanciare un appello che si traduce in una sola parola: chiarezza. Quella che – dal 13 gennaio a oggi – non c’è mai stata. E che ha portato la Lucchese, nel giro di due mesi, a quattro cambi di proprietà – Gruppo Bulgarella, Sanbabila srl, SLT Associati srl e ora BM Sports & Management Group srl – e un unico risultato: da ottobre staff tecnico, calciatori, dirigenti, segretari e impiegati non percepiscono un euro.
Giù la maschera
Con quel volto da centurione romano, Gorgone ha sempre avuto il coraggio di metterci la faccia. Sempre pienamente se stesso, senza maschere e ipocrisie. Il lungo applauso con cui lo accolgono i giornalisti in sala stampa, tributo riservato a pochi allenatori, lo condivide con tutto il mondo Lucchese. Ma la gioia per il trionfo sportivo non sposta di un millimetro il suo obiettivo. «Adesso serve trasparenza, quella che non c’è mai stata sinora. – dice accorato il tecnico rossonero – A chi ha acquistato questa squadra chiedo soltanto di dirci la verità: è disposto a pagare stipendi e contributi arretrati e quello del 16 febbraio? Io, Ferrarese, i giocatori e i dipendenti ve lo chiediamo per cortesia. Se non avete la possibilità economica di spendere quei soldi, se non ci sono le condizioni per sbloccare la situazione in tempi celeri, se iniziate la solita tiritera dei fondi da sbloccare allora è meglio che lasciate perdere e andate via. Sappiate che non sopporteremo più altri rinvii, altre attese, altre delusioni».
Nessuna preclusione
Su Benedetto Mancini, nessuna preclusione nonostante un curriculum non invidiabile: «Se ci sono le condizioni lui e il suo staff sono il benvenuto, se non devono essere chiari e quel che sarà. Io non ho niente di personale, non ho pregiudizi con i nuovi acquirenti. L’importante è che riescano a rispettare gli impegni. Mi metto davanti a questi ragazzi e parlo anche a nome loro: non ne possiamo più. Serve rispetto per noi e per la città. Se dovessimo salvarci sul campo e fallire a giugno sarebbe una cosa folle e molto gravi e i nostri sforzi sarebbero stati inutili. Tutto questo va oltre agli stipendi che non ci sono stati corrisposti. C’è gente che ha famiglia, deve pagare il mutuo, le bollette e deve mangiare e vestirsi».
Una settimana di attesa
«Abbiamo bisogno di una risposta chiara. Prima della partita di sabato a Pontedera. Serve rispetto nei nostri confronti. Ci sono difficoltà immense anche adesso e Il tempo delle promesse è finito da tempo. Servono solo i fatti. E servono adesso. Non tra tre settimane con il rischio di saltare la prossima scadenza. Se questa proprietà paga e vuole prendere un altro allenatore io sono contento di farmi da parte. Perché il bene comune viene prima di quello personale. A fine partite ho fatto i complimenti a Abate perché è una squadra forte e si giocherà sino in fondo la promozione, ma oggi ha trovato una Lucchese che mi ha regalato l'emozione più bella in questo anno e mezzo di schifo. Devo ringraziare tutti i giocatori e lo staff e i dirigenti. I ragazzi stanno facendo qualcosa di grandioso in una situazione grottesca».
Parla Benedetto Mancini
Il nuovo presidente, Benedetto Mancini, doveva essere in città sabato e ieri pomeriggio (domenica 30 marzo) doveva assistere in tribuna alla sfida con la Ternana. «Purtroppo – ci ha dichiarato in serata – mio padre è ricoverato in ospedale in gravi condizioni. La partita però l’ho vista in tv ed è un orgoglio essere presidente-proprietario di un gruppo così». La domanda sorge spontanea: quando la vedremo in città? «Domani o mercoledì. Ho parlato con il mister e in base al suo programma deciso. I pagamenti? Si sbloccheranno e la situazione tornerà alla normalità. Per ora faccio i miei complimenti a tutti, al mister, ai giocatori e a tutto lo staff per la grande vittoria frutto di lavoro e di serietà di un gruppo eccezionale. Adesso toccherà a me e al mio staff completare l’opera». A onor di verità per adesso l’uomo d’affari Benedetto Mancini non è stato molto fortunato con il calcio. Voleva comprare nell’ordine il Latina, il Catania, il Giarre, il Rieti e il Fano e alla fine sostiene di aver perso 400mila euro nell’acquisizione del club etneo (ma i giudici della sezione fallimentare del tribunale siciliano non avevano ritenuto credibili le sue garanzie) e di aver rimesso del denaro anche nel crac del Latina (l’imprenditore è a giudizio, assieme a 17 persone, per il reato di bancarotta e riciclaggio).