Il Tirreno

Lucca

Sos truffe

Lucca, finto maresciallo convoca i proprietari delle case dove poi rubare: come funziona l’ultimo raggiro

di Pietro Barghigiani

	Attenzione al raggiro del finto maresciallo (foto d'archivio)
Attenzione al raggiro del finto maresciallo (foto d'archivio)

La testimonianza: «Era insistente, mi ha detto che non era una truffa»

3 MINUTI DI LETTURA





LUCCA. Ci provano con un’insistenza e con un ampio raggio d’azione confidando che nei grandi numeri qualcuno alla fine possa cascarci.

Dopo la truffa fallita a una 93enne l’altro giorno a Maggiano (l’arrestato 24enne ieri è uscito dal carcere per andare ai domiciliari a Napoli, ndr), arrivano segnalazioni di potenziali raggiri anche dalla zona del Morianese.

In almeno quattro circostanze l’approccio è stato identico. La telefonata di un sedicente maresciallo dei carabinieri della Stazione di Ponte a Moriano che invita il padrone di casa a presentarsi in caserma per la notifica di un atto non precisato.

Tra i destinatari della chiamata, che mira a liberare la casa con un complice del telefonista all’esterno in attesa di entrare, è finita anche Marinella Poli, referente per San Quirico di Moriano dello sguardo di vicinato. Si tratta di gruppi di persone che, collegati con una chat, e in contatto con le forze dell’ordine segnalano situazioni e persone sospette.

«Saranno state le quattro e mezzo di venerdì quando è squillato il telefono – ricorda la signora Poli – L’uomo si è presentato come un maresciallo di Ponte a Moriano sostenendo che mio marito doveva andare in caserma per ritirare un atto. Mi ha anche ripetuto il numero civico della nostra abitazione rassicurandomi che non era una truffa. Più lui era insistente e più ero diffidente. Quando gli ho detto che di pomeriggio la caserma è chiusa, lui mi ha risposto che sarebbe bastato suonare per farsi aprire. “Va bene signora, se non viene nessuno dobbiamo procedere” mi ha risposto quasi con tono di minaccia. Allora gli ho replicato che avrei mandato mio figlia con mio marito. A quel punto ha tirato giù».

Il giorno dopo Marinella ha incontrato altre persone in paese e nel riferire quello che le era accaduto ha trovato altri due casi identici.

Nella chat dello sguardo di vicinato ha mandato subito un vocale per mettere in guardia chi avrebbe potuto ricevere da simili telefonate.

«Con il senno di poi mi è tornato in mente quello che ho visto fuori casa su alcune pietre – prosegue – C’erano tre cerchi e sul campanello siamo in tre. Forse era un segnale per indicare quanti siamo nell’abitazione».

Oltre ad aver fornito al gruppo brochure con le informazioni per gestire approcci dubbi o a rischio truffa, la polizia municipale a breve inizierà un giro nelle frazioni per spiegare bene come reagire e come leggere certi comportamenti che dal finto incidente a un familiare alla richiesta di soldi per evitargli il carcere riescono a colpire soprattutto gli anziani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
L’intervista

Assalto al portavalori, il pg di Cagliari: «C’è un legame storico tra i sardi e questa zona del Livornese»

di Claudio Zoccheddu
Sani e Belli