Lucchese, parla il nuovo proprietario: «I debiti non mi spaventano»
Benedetto Mancini conferma Veli e Ferrarese e chiama Maurizio Pellegrino: «Non sono mai fallito e al Latina e al Catania sono stato raggirato». Ma per il crac dei laziali è finito sotto processo
LUCCA. «Sì, sono io ad aver acquistato da Stefano Sampietro la Sanbabila srl al cui interno c’è la Lucchese 1905. Sono stato assistito dal consulente Riccardo Fabbro (ex dg ad Arezzo e a Trapani e grande amico di Andrea Bulgarella) e nel mio staff ci saranno l’amministratore delegato Nicola D’Andrea, il dg Riccardo Veli e il diesse Maurizio Pellegrino (ex calciatore di Siracusa, Catanzaro, Catania e Viterbese e direttore sportivo del Catania e della Reggina) oltre all’avvocato Filippo Corsi di Firenze. Gorgone da ora in poi farà solo l’allenatore, un mestiere che sa far bene, e anche Ferrarese resterà al suo posto. Io non caccio nessuno». Benedetto Mancini, 60 anni, romano, è il nuovo proprietario della Lucchese che detiene il 100% della BM Sports & Management srl con sede in via Cavour a Roma, società costituita il 3 marzo 2022 con capitale sociale sottoscritto e interamente versato di 510mila euro. Già domani sarà a Lucca per parlare con la squadra e domenica sarà al Porta Elisa per assistere alla sfida con la Ternana: «Volevo comprarla mesi addietro, ma aveva troppi debiti. Ho trattato anche l’Ascoli dell’amico Pulcinelli, ma ho rinunciato. D’Andrea e Pellegrino saliranno a Lucca all’inizio della prossima settimana quando ci presenteremo ufficialmente in conferenza una volta avvenuta la trascrizione del passaggio alla Camera di Commercio. Vogliamo incontrare, com’è giusto che sia, l’amministrazione per spiegare i nostri programmi».
Scusi presidente ma lei lo sa che entro il 16 aprile deve mettere 950mila euro nelle casse sociali per pagare le tre vecchie mensilità e quella di febbraio pena la pesante penalizzazione da scontare la prossima stagione?
«Certo che lo so. Nel calcio ho avuto esperienze anche in B e mi avvalgo di professionisti all’altezza. Sappiamo bene che i giocatori non ricevono gli stipendi da ottobre e ci adopereremo per pagare tutto entro la data stabilita attraverso una serie di operazione di smobilizzazione di fondi. Spiegheremo tutto in conferenza stampa».
Scusi se insistiamo: lei sarà nel calcio da una vita, ma per adesso non ha comprato un club (Latina, Catania, Fano, Rieti) eccezion fatta per il Giarre in D che poi non si è iscritto.
«Preciso che non ho mai fatto fallire nessuno. Latina e Catania li ho acquistati, ma sono stato vittima di raggiri tanto è vero che sono ancora in causa perché al tribunale etneo sono bloccati tre assegni circolari da 400mila euro depositati a garanzia dal notaio. Nel 2022 avevo costituito la Fc Catania 1946 fondata per rilevare il club rossoazzurro (la pec di Mancini è ancora FcCatania1946@legalmail.it) e mi hanno comunicato una data e un orario sbagliato per effettuare il rogito (ma i giudici della sezione fallimentare del Tribunale etneo non avevano ritenuto credibili le sue garanzie, ndr). Al Latina ho rimesso soldi e sono stato riconosciuto vittima di una truffa e non sono stato inibito dalla Figc (Mancini per il crac del Latna del 2017 è stato rinviato a giudizio, assieme ad altre persone, nel 2023 per bancarotta fraudolenta e riciclaggio e il processo è ancora pendente dopo un nuovo rinvio) e per quanto riguarda Giarre e Rieti si tratta società dilettantistiche che hanno un regime particolare e dove la situazione debitoria spesso è complessa e di difficile interpretazione». Un uomo d’affari “sfortunato” Mancini che nella vita si occupa di tutto un po’: dal commercio di materie prime (dal latte in polvere al cemento) sino al turismo termale. E chissà che non sia interessato pure allo stadio.
Ha parlato con il sindaco revisore Liban Varetti? Conosce l’ammontare del debito? E quale sarebbe la sua prima mossa una volta insediatosi alla presidenza?
«Certo. Gli ho comunicato il cambio dell’Ad che adesso è D’Andrea che ha esperienza perché ha gestito importanti società di ciclismo. Il crac della Juve Caserta di basket? Un incidente di percorso può capitare e comunque lui non ha responsabilità. Il debito non mi spaventa: quello sportivo è gestibile (da 1,5 a 1,8), quello con l’Erario si può dilazionare e i fornitori li mettiamo a sedere e trattiamo. Siamo consapevoli delle difficoltà, ma tra mille problemi ci proviamo. Vengo dal basket e nella Lucchese vorrei ricreare una struttura che parta dal vivaio, dalla valorizzazione del settore giovanile».