Livorno, coraggio e istinto: così Ciobanu ha vinto la sfida più grande di tutte
Danko: «La Coppa può essere un obiettivo»
LIVORNO. Osvaldo Jaconi, Louis Van Gaal, Paolo Indiani. Qual è “il filo rosso che ci unisce” come canta Alfa? La scelta, vincente, di cambiare portiere prima dei calci di rigori.
Lo fece il “Vodz” nel 1996, nello spareggio per salire in B tra il suo Castel di Sangro e l’Ascoli. Fuori De Iuliis, uno dei punti forti della squadra, e dentro Spinosa (per anni poi preparatore dei portieri del Livorno), che non aveva giocato neanche un minuto in campionato. La parata su Milana e la promozione in cadetteria degli abruzzesi.
E il tecnico olandese? Fece la stessa mossa ai Mondiali 2014 contro il Costa Rica. Fuori Cillessen e dentro il gigante Krul. Due rigori neutralizzati e nazionale Orange in semifinale. Fino al mago di Certaldo. Che mercoledì pomeriggio ha sostituito Tani con Ciobanu. E il bimbo dell’Elba gli ha regalato il passaggio del turno ai quarti di Coppa Italia. La competizione, certo, non vale le altre due e nemmeno può essere paragonata, è evidente, ma le emozioni e il colpo di genio di Indiani, quello sì.
L’uomo copertina
Classe 2005, figlio di genitori moldavi, arrivati in Italia in cerca di lavoro e innamorati in un attimo del fascino dell’Isola d’Elba. Danko Ciobanu è l’uomo copertina del Livorno che vince ai rigori a Gavorrano. Nativo di Capoliveri, vive a Portoferraio e da ragazzino è stato lui a convincere gli allenatori del settore giovanile che la sua casa era tra i pali e non nella torbida mediana come pensavano loro. «Cerco di farmi trovare sempre pronto - esordisce l’estremo difensore amaranto -. È successo tutti n un attimo e non posso negare che è stata una grande emozione. Io cerco di mettermi sempre in mostra in allenamento e dimostrare che posso dire la mia. Già il fatto che il mister mi abbia tenuto in considerazione è un successo, figuriamoci dopo aver parato quei due rigori».
Coraggio e istinto
Curioso il retroscena svelato dal portiere amaranto. Che sui primi quattro tiri non aveva intuito il lato giusto (anche se in uno Lo Sicco ha sbagliato calciando sulla traversa), ma negli ultimi due qualcosa è cambiato. «Avevo una bottiglietta con i nomi dei rigoristi scritti e gli appunti su dove avrebbero calciato. Quando però ho visto che non stava andando bene, ho deciso di cambiare e puntare tutto sull’istinto come avevo sempre fatto. È andata alla grande».
Adesso il Livorno è ai quarti di finale, dove il 18 dicembre affronterà il Guidonia all’Armando Picchi, in una sfida davvero interessante. «Siamo un gruppo numeroso e con tanti giocatori di grande livello. Il nostro unico obiettivo è la promozione, ma anche la Coppa Italia ora può essere nelle nostre mire. I mezzi per farcela li abbiamo. Il futuro? Vivo giorno per giorno. Spero che col Guidonia possa avere un’altra occasione».
Grande gruppo
Immaginatevi di essere Filippo Tani. Hai 19 anni, disputi una grande partita. Prima la paratona su Pino, poi il salvataggio sulla linea, miracoloso, nel recupero proprio sulla girata di testa del numero 9 che colpisce il palo interno. Il Livorno è avanti 0-1 e se vince la tua firma sul successo è grande quanto quella di Frati che ha segnato il rigore. Al 93’, due minuti dopo la super parata, Morelli segna il pareggio e manda tutto in fumo. Il tecnico amaranto decide di sostituirti prima dei rigori, quando avresti potuto mettere di nuovo le tue mani sul passaggio del turno. Ora respirate un attimo e rispondete: a chi non sarebbero girate un po’ le scatole? Impossibile, a caldo, non reagire come Tani. Cose di campo, emozioni di chi ci tiene e vuole dare il suo contributo.
Ma anche di chi, una volta vinto grazie a Ciobanu, è stato tra i primi a saltare in campo per festeggiare con la squadra. Prima di condividere sui social proprio il video della parata decisiva del compagno di reparto con scritto «Avanti Unione». In quell’abbraccio, in quel gruppo, c’è racchiuso il Livorno. Ha ragione Tani: avanti Unione.