Livorno, donna di 41 anni si toglie la vita in psichiatria: aperta un'inchiesta
È stata trovata morta in un bagno, momenti di tensione fuori dal reparto all’arrivo dei familiari in piena notte. La figlia ha presentato la denuncia ai carabinieri
LIVORNO. Si era fatta visitare al pronto soccorso di Livorno a causa di alcune allucinazioni. Stava male già da qualche giorno: da quando, due settimane fa, era stata scarcerata. Per questo, nel pomeriggio di Santo Stefano, dopo i primi controlli i medici hanno deciso, con il suo consenso, di ricoverarla nel reparto di psichiatria. Erano le 15 quando ha varcato l’ingresso del padiglione numero 10. Ma all’una di notte del 27 dicembre sua figlia ha ricevuto la peggiore delle notizie: «Sua madre è morta, si è suicidata».
Cosa sappiamo
Una donna livornese di 41 anni si è tolta la vita in un bagno delle degenze del servizio psichiatrico di diagnosi e cura. Il personale sanitario, purtroppo, se ne è accorto troppo tardi: inutile ogni tentativo di rianimarla. La morte, secondo quanto ricostruito, è avvenuta per soffocamento. Era da sola nella toilette al momento della tragedia.
Il caos in ospedale
La figlia – che alle 18 di Santo Stefano aveva chiamato in reparto chiedendo di parlare con la madre, che però in quel momento stava riposando – insieme ad altri familiari, dopo la drammatica notizia, si è immediatamente diretta al padiglione 10, chiedendo di poter entrare. Per sicurezza e per procedure interne non è stato possibile farla passare, motivo per il quale si sono registrati momenti di alta tensione, con i carabinieri intervenuti con una pattuglia per placare la rabbia dei familiari della quantunenne, dato che i sanitari temevano che i parenti potessero sfondare a calci la porta d’ingresso.
Le indagini
Sempre i militari dell’Arma, dopo la denuncia che la figlia, assistita dall’avvocata livornese Alessandra Natale, ha presentato in caserma accompagnata dalla prozia, su input della procura stanno cercando di fare luce su quanto accaduto, allo scopo di appurare eventuali responsabilità penali sulla morte della donna. Come da prassi è stata acquisita la cartella clinica, per capire quale terapia le sia stata somministrata, mentre sono stati ascoltati alcuni dei sanitari che l’hanno presa in carico. Accertamenti di cui si sono occupati gli stessi carabinieri dopo aver ricevuto la querela. Al momento non risultano indagati. La salma resta sotto sequestro. Non è escluso che in settimana possa essere disposta l’autopsia.
Inchiesta interna
Anche l’Asl Toscana nord ovest, al quale fa riferimento l’ospedale di Livorno, si è mossa immediatamente. Oltre a collaborare pienamente con gli inquirenti, infatti, l’azienda – che in questa fase preferisce non commentare quanto accaduto, dato che vi è un’inchiesta penale in corso – ha attivato un audit interno per capire cosa sia accaduto con esattezza. Si tratta di una valutazione indipendente per verificare l’operato del personale in conformità alle norme, alle leggi e agli standard lavorativi svolto con l’obiettivo di migliorare, nel caso, le procedure operative.
