Livorno, anziano aggredito sulla porta di casa: viene derubato di soldi, oro e perle
Il colpo in viale Foscolo: «Prima aveva telefonato un falso perito, raccontando di un fantomatico incidente». Il bottino è stato poi rubato da un complice entrato dopo l'aggressore. La moglie: «Ci tenevano d'occhio»
LIVORNO. Prima aveva tentato di raggirarlo al telefono: «Salve, sono un perito assicurativo. Sua moglie ha avuto un problema con la macchina, investendo una persona, passo subito da casa sua». Poi, nonostante la riluttanza e la minaccia di chiamare i carabinieri, hanno sorprendentemente deciso di presentarsi ugualmente alla porta. Suonando al campanello e, all’apertura, spintonandolo per entrare, rischiando seriamente di fargli del male.
Il racconto
È stata una truffa da migliaia di euro fra oro e gioielli quella messa a segno nella mattinata di sabato 27 dicembre in un appartamento di viale Ugo Foscolo, a poca distanza dalla stazione ferroviaria. Vittima un settantottenne livornese, in quel momento da solo fra le mura domestiche visto che la moglie era appena uscita per una commissione. «Ci stavano sicuramente osservando, si erano preparati – le parole di quest’ultima – visto che io avevo appena preso la macchina per andare via. L’avevo parcheggiata fuori, quindi mi hanno vista. Conoscevano nomi, abitudini, praticamente tutto. Bisogna stare in guardia: mai aprire la porta agli sconosciuti. Mio marito, che a un certo punto al telefono si era pure infastidito dicendo di non chiamarlo più e minacciando di avvertire le forze dell’ordine, quando hanno citofonato non pensava che fosse la stessa persona che aveva chiamato o comunque qualcuno di collegato. Credeva fosse un vicino di casa, infatti ha aperto appena pochi centimetri per vedere e chiedere chi ci fosse dall’altra parte, poi questa persona – che era abbastanza alta, italiana e con i capelli neri – ha spinto la porta e di conseguenza lui che era dietro».
L’arrivo del complice
L’anziano, dopo l’aggressione, ha comunque cercato di far desistere il malvivente, descritto come «grande e grosso», mettendosi a urlare e cercando di farlo uscire. Inizialmente, infatti, il truffatore si è diretto nella camera da letto, incurante del settantottenne che si era messo a gridare. Tutto è durato pochi minuti. «Quando mio marito è andato sul pianerottolo cercando di avvisare gli altri condomini – ancora il racconto della moglie – il ladro è corso fuori ed è sparito nella tromba delle scale, fuggendo. Purtroppo, però, nel frattempo doveva essere entrato un complice, visto che non abbiamo più trovato diversi gioielli, come delle perle, e i soldi che aveva nel portafogli, non molti per fortuna (150 euro circa ndr). Questa persona non l’ha vista, ma siamo certi che fosse presente visto che la prima, colui che ha spintonato mio marito, lui lo ha sempre tutto sott’occhio e non ha rubato nulla. Probabilmente la porta d’ingresso era stata bloccata con un paletto consentendo al complice di poter agire indisturbato. Questi delinquenti pensano a tutto, sono scaltri e abili».
Le indagini
In casa, dopo la chiamata al 112, è intervenuto un equipaggio della Squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della polizia di Stato, diretto dal commissario capo Gabriele Nasca. Gli agenti, al termine del sopralluogo, hanno redatto un primo verbale, consegnandolo alla famiglia, che oggi o comunque nei prossimi giorni andrà a sporgere denuncia in questura. «Dovremo fare prima l’inventario completo – le parole della coniuge – e al momento posso dire che il colpo si aggira su diverse migliaia di euro, non saprei quantificare con esattezza le cifre, c’erano diversi gioielli in casa, tutti piccoli comunque. Voglio ringraziare la polizia di Stato: con noi i ragazzi sono stati molto gentili e carini, ci hanno tranquillizzato». Non appena presenterà la querela, a indagare saranno i colleghi della Squadra mobile di via Fiume, guidati dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli. Nell’appartamento non ci sono telecamere, ma al cancello condominiale sì: ce n’è una e dovrebbe funzionare. Potrebbero, quindi, emergere elementi utili alle indagini. Nel frattempo, i poliziotti, hanno verificato il mittente delle telefonate incriminate: «Ne hanno fatte diverse, non una sola – conclude la donna – sia anonime che con un numero di cellulare che però gli investigatori mi hanno detto essere fittizio. Speriamo che riescano a individuarli».
I consigli
Non dare soldi, non far entrare persone sconosciute in casa e, se c’è qualche dubbio, chiamare il 112. Ecco alcuni dei consigli delle forze dell’ordine contro le truffe che colpiscono prevalentemente gli anziani. Una delle truffe più diffuse è quella del finto agente o finto carabiniere. Una telefonata di un falso appartenente alle forze dell’ordine o di un fantomatico avvocato fa credere alla vittima che un parente sia rimasto coinvolto in un incidente o che sia stato arrestato. Alla vittima verrà chiesta una somma di denaro per fornire assistenza sanitaria o legale alla persona in difficoltà. Se la persona truffata accetta, l’interlocutore comunica che di lì a breve un assistente o un carabiniere in borghese si recherà da lui per ritirare la somma. Diffidare delle apparenze, non aprire mai la porta agli sconosciuti, non fidarsi del solo tesserino di riconoscimento, perché non basta: le forze dell’ordine, è bene ricordarlo, non chiedono mai denaro per assistere i cittadini.
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