Influenza, boom di casi in Toscana: salgono ricoveri e crisi respiratorie – «Tre mosse per sconfiggerla subito»
Parla il primario del pronto soccorso dell’ospedale di Livorno, Luca Dallatomasina: «Prima di rivolgersi all’ospedale valutate bene, arrivano fino a 200 persone al giorno»
LIVORNO. Arrivano in pronto soccorso con febbre, tosse e raffreddore. E sono in tanti. Un tempo l’emergenza si chiamava Covid, oggi a preoccupare anche i livornesi – e i toscani in generale – è la “classica” influenza che quest’anno, però, è particolarmente aggressiva. Eppure molti degli accessi sono impropri: in pratica casi non urgenti che potrebbero essere gestiti altrove (ad esempio dal medico di famiglia). Lo sa bene il primario del pronto soccorso dell’ospedale di Livorno, Luca Dallatomasina, che con la sua équipe è impegnato in prima linea per fronteggiare il boom di accessi che in queste ore sta mettendo sotto pressione il pronto soccorso. «Lancio un appello ai cittadini: venite in ospedale soltanto in presenza di sintomi gravi come ad esempio difficoltà respiratorie», sottolinea. Continua a crescere, infatti, la curva delle sindromi respiratorie acute: secondo l’ultimo rapporto della sorveglianza RespiVirNet, l’incidenza totale, nella settimana dall’8 al 14 dicembre, è stata pari a 14,7 casi per 1.000 assistiti (contro i 12,4 nel bollettino precedente), in aumento rispetto alla settimana precedente come atteso per il periodo. Il virus di quest’anno – e in particolare la variante K – non è solo più numeroso in termini di casi, ma appare più aggressivo, con sintomi che durano più a lungo (fino a otto-nove giorni) e un caratteristico andamento bifasico: un primo picco di febbre alta (39-40°C), un breve miglioramento e poi il ritorno della febbre alta.
Dottore, qual è la situazione attuale in pronto soccorso?
«Purtroppo stiamo assistendo a un grande numero di accessi – circa 200 al giorno – molti dei quali per influenza e quindi per sintomi non gravi. Una situazione complessa che determina per i pazienti anche lunghe attese. Per questo vorrei cogliere l’occasione per lanciare un appello».
Prego.
«La febbre passa da sola con il riposo, la tachipirina e la giusta idratazione e l’adeguata alimentazione. Venire in pronto soccorso in presenza di sintomi lievi non significa soltanto dover aspettare molto, ma comporta per i pazienti, soprattutto se anziani e fragili, l’esposizione a rischi maggiori».
Si spieghi meglio.
«Vista la grande affluenza di persone in questi ultimi giorni, assistiamo a un inevitabile affollamento nelle sale visita. Questo significa che ci sono maggiori probabilità, con conseguenti rischi, per chi è in attesa, di contrarre sovra-infezioni batteriche: in altre parole si tratta di un’infezione batterica secondaria che si sovrappone a un’infezione primaria (spesso virale, come appunto influenza, raffreddore o Covid, ndr), causata da un patogeno diverso e solitamente più resistente, che sfrutta le difese immunitarie indebolite. E, proprio per questo motivo, è anche più difficile da curare».
Avete difficoltà in questo momento ad assistere tutti i pazienti che si rivolgono al pronto soccorso dell’ospedale di Livorno?
«Guardi, partiamo da un presupposto: noi i pazienti li visitiamo tutti, non mandiamo a casa nessuno senza un confronto con i medici. Ma la procedura è questa: quando un paziente entra in pronto soccorso gli viene assegnato un codice di priorità, in una scala da uno (emergenza) e due (urgenza indifferibile) a cinque (non urgenza). E l’ordine di accesso viene dunque stabilito dalla valutazione di un infermiere in base alla sintomatologia riferita (triage). I pazienti vengono monitorati comunque, a prescindere dal codice di priorità: i codici tre (urgenza differibile) vengono rivalutati ogni ora per verificare se nel frattempo ci siano state modifiche nello stato di salute del paziente e lo stesso vale per i codici quattro. Nel momento in cui una persona entra in pronto soccorso viene visitata dal personale medico, ma sarebbe importante che ogni cittadino prima di arrivare qui da noi facesse una riflessione sulle sue condizioni di salute: è davvero grave la situazione? Ma l’influenza non la contraggono soltanto i pazienti: in questo momento abbiamo tre medici del pronto soccorso in malattia».
Qual è il profilo-tipo di chi richiede le vostre cure per i sintomi da influenza?
«Non c’è un profilo-tipo, più o meno persone di tutte le età arrivano in ospedale per essere visitati».
Sentiamo spesso parlare di accessi impropri e purtroppo succede anche durante la stagione influenzale: quali sono i sintomi che li spingono a richiedere le cure del pronto soccorso?
«Quest’anno l’influenza tende a dare tra i suoi sintomi febbre più alta rispetto all’anno scorso, congestione nasale, tosse, dolori muscolari e in alcuni casi anche nausea e vomito. Ma questa sintomatologia non deve preoccupare».
Quando invece dobbiamo preoccuparci?
«Ad esempio in presenza di difficoltà respiratorie, ma nei casi di sintomi standard il consiglio è di consentire al medico di medicina generale di filtrare gli accessi in pronto soccorso. I medici di famiglia, sia per la loro professionalità che per il grado di conoscenza dei loro assistiti, sono infatti in grado di capire se ci siano delle modifiche del quadro generale di salute e a quel punto decidere se è necessario (o meno) rivolgersi al pronto soccorso».
