Livorno piange Antonio Chiesa: addio al decano degli agenti marittimi – Il ricordo della figlia
Aveva 79 anni. Insieme al fratello Nicola ha portato avanti la sua “creatura”, facendone un punto di riferimento del settore. Fissati i funerali
LIVORNO. Ha reso grande l’agenzia Argosy, contribuendo negli anni del boom economico allo sviluppo del nostro porto. Nel ’74, quando l’ha acquistata, «ha coronato il suo sogno – racconta la moglie Daniela Cionini – dato che lui ha sempre voluto fare questo lavoro».
Lutto in tutta la città per la morte di Antonio Chiesa, 79 anni, decano degli agenti marittimi di Livorno e colonna portante di Asamar, l’associazione che rappresenta le aziende del settore della nostra provincia, di cui è stato presidente e, finora, responsabile del collegio dei probiviri. L’imprenditore è scomparso ieri mattina, giovedì 13 novembre, lasciando un vuoto incolmabile fra le tantissime persone che lo conoscevano e stimavano.
Insieme al fratello Nicola ha portato avanti la sua “creatura”, facendone un punto di riferimento del settore. Poi, una volta andati in pensione, l’hanno venduta ai Fratelli Cosulich di Genova, che hanno attuato un progetto di fusione per incorporazione.
In via Leonardo da Vinci, dove ha sede l’impresa, lavora sua figlia, Elena Chiesa. «Mio padre amava la vita in tutte le sue sfaccettature – così lo ricorda –. Per lui la famiglia è sempre stata al primo posto, a pari merito il lavoro: ha avuto la fortuna di svolgere il lavoro che amava, non è poco, soprattutto se poi ricevi tanti bei riconoscimenti importanti come nel suo caso. “Tuo padre era una brava persona”, mi hanno ripetuto molte persone appresa la notizia della sua scomparsa, e non è una frase di circostanza: mio babbo era un uomo vecchio stampo, per firmare un contratto bastava una stretta di mano. È stato uno dei protagonisti nel porto di Livorno».
Chiesa è stato anche vicepresidente della Camera di commercio. «Mio marito – racconta la moglie Daniela Cionini – era casa e famiglia. Gli ultimi tempi, quando stava ancora bene, aveva iniziato a giocare a golf, poi purtroppo ha dovuto smettere. Si era appassionato molto a questo sport, aveva iniziato con le lezioni e lo adorava». Con le lingue era un fenomeno: «Ne parlava quattro – prosegue la coniuge – oltre all’italiano, infatti, conosceva l’inglese, il francese e lo spagnolo. Aveva iniziato a studiare il russo, iniziava a comporre delle frasi, era veramente molto portato. In Russia, inoltre, ha viaggiato molto per lavoro».
Con Daniela si erano conosciuti quando lei aveva 16 anni e lui era appena diventato maggiorenne. «Ci siamo sposati dopo cinque anni di fidanzati – conclude – e avendo festeggiato il mese scorso 56 anni di matrimonio il conto è semplice: abbiamo trascorso insieme 61 anni della nostra vita». «Ho passato più tempo con lui che con mia moglie – le parole del fratello Nicola, in lacrime al ricordo di Antonio – e insieme abbiamo condiviso tutto, nel bene e nel male. Era fra i più longevi agenti marittimi di Livorno, non lo dimenticheremo mai. È stata la mia guida». Il 15 dicembre, fra un mese quindi, avrebbe festeggiato 80 anni. Purtroppo, però, non ce l’ha fatta, gettando nel dolore più totale i familiari e le tantissime persone che lo conoscevano.
Il funerale lunedì alle 10,30 alla chiesa di Nostra signora di Lourdes di via Garzelli, in Collinaia.
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