Il Tirreno

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L’allarme

Livorno, paura ai bagni Fiume: bambino di 4 anni rischia di soffocare con una mela

di Stefano Taglione

	Un’ambulanza della Svs e una volante della polizia di Stato vicino ai Bagni Fiume (foto d’archivio)
Un’ambulanza della Svs e una volante della polizia di Stato vicino ai Bagni Fiume (foto d’archivio)

È successo lungo la passeggiata dello stabilimento balneare di viale Italia davanti a molti bagnanti. Salvato grazie alle manovre di disostruzione e portato in ambulanza all’ospedale

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LIVORNO. Ha rischiato di rimanere soffocato con una mela. Ma per fortuna è stato salvato. Sono stati momenti di paura quelli vissuti nei giorni scorsi ai Bagni Fiume di viale Italia per un bambino di quattro anni che, accompagnato dai genitori, ha trascorso in riva al mare la bellissima e calda giornata e poi ha iniziato ad avere serie difficoltà respiratorie, al punto che è stato necessario, dopo le manovre, il trasporto in ospedale.

Il racconto

In quei concitati momenti, però, la professionalità dei dipendenti del bagno, la calma dei familiari e l’intervento di un medico fuori servizio (abbonato dello stabilimento balneare) hanno fatto la differenza. Evitando che si potesse consumare una tragedia. «In queste circostanze - spiega uno dei soci dell’attività, Armando Neri - la calma è la cosa più importante, noi ce la mettiamo sempre tutta per assicurare il miglior primo soccorso possibile, grazie a ciò che apprendiamo, anche se gestire certe situazioni non è mai facile. Quest’emergenza è avvenuta lungo la nostra passeggiata, c’erano tantissime persone presenti nella struttura, quindi i bagnanti presi dalla comprensibile voglia di rendersi utili rischiavano di diventare un ostacolo. Poi ci sono sempre i curiosi che stazionano lì e possono rappresentare un problema. In questi casi deve intervenire solo chi è strettamente coinvolto e chi veramente può rendersi utile. Altrimenti meglio allontanarsi».

L’intervento del medico

Dall’interfono dei Fiume, in men che non si dica, è scattata la richiesta dell’intervento di un medico. «Ne abbiamo diversi abbonati, poi in una giornata come quella col pienone era probabile che ce ne fossero all’interno dello stabilimento - prosegue Neri - e devo dire che ogni volta che c’è stato bisogno sono sempre intervenuti . È vero che hanno tutti fatto il giuramento di Ippocrate, ma è anche vero che quando ti stai rilassando in riva al mare secondo me certe cose non sono mai scontate e sento la necessità di ringraziare tutte quelle persone che ogni volta si prodigano per aiutare il prossimo». Il bambino, dopo aver sputato la mela, ha continuato ad avere dei problemi respiratori e per precauzione il medico-bagnante intervenuto ha deciso di allertare il 112, facendo intervenire un’ambulanza del 118. Il piccolo, insieme a uno dei genitori, è stato quindi accompagnato al pronto soccorso per essere visitato ed è stato poi dimesso dopo un breve consulto nel reparto di pediatria. Le sue condizioni di salute sono ben presto tornate alla normalità. Per la soddisfazione di tutti i clienti dei Fiume e, soprattutto, per i genitori e i familiari che comprensibilmente in quei momenti hanno temuto il peggio. «Noi - conclude Neri - ce l’abbiamo messa tutta per effettuare un primo soccorso efficiente e risolutivo. Sono contento che tutto si sia concluso per il meglio».

La manovra

Le manovre di disostruzione pediatrica sono fondamentali. «In caso di ostruzione parziale delle vie aeree, il bambino - si legge in un vademecum - deve essere assistito e incoraggiato a tossire in modo vigoroso e spontaneo, senza che vi sia nessuna interferenza. Esercitare dei colpi o delle pacche sulla schiena o sulle spalle potrebbe aggravare la situazione, in quanto può contribuire allo spostamento del corpo estraneo, rischiando di ostruire completamente il passaggio di aria. Qualora si presentasse un’ostruzione completa delle vie aeree, l’intervento dei genitori è invece fondamentale. In quest’evenienza, le manovre di disostruzione pediatrica possono salvare la vita del bambino: il soccorritore deve scoprire il dorso del bambino e sistemarlo in posizione prona (a pancia in giù), a cavalcioni del proprio avambraccio o della coscia, in modo da creare un piano rigido. Poi mantenere la testa in leggera estensione e più in basso rispetto al tronco, appoggiare l’avambraccio sulla coscia e con la mano libera, esercitare cinque vigorosi colpi in sede interscapolare con via di fuga laterale, cioè avendo cura di non colpire la testa». Poi ci sono le compressioni toraciche: qui il soccorritore «deve afferrare la nuca del bambino e sdraiarlo in posizione supina (a pancia in su) sull’altro avambraccio, sempre per creare un piano rigido. A livello del terzo medio inferiore dello sterno eseguire una compressione vigorosa ogni tre secondi, per cinque volte (la tecnica è la stessa della rianimazione cardiopolmonare). Per questa serie di gesti si usano due dita, avendo cura di mantenere sempre ferma e in posizione la testa».

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