La “via della droga” nei porti italiani? Cosa dice l’ultimo studio e come si colloca Livorno
L’Agenzia Europea, che si occupa del traffico e della diffusione delle sostanze stupefacenti nei Paesi membri, ha pubblicato i dati dei sequestri nei porti dell’Unione
LIVORNO. Sono dati interessanti, quelli contenuti in “Seaports: monitoring the EU’s floodgates for illicit drugs”, un monitoraggio delle porte di ingresso della droga nell’Unione Europea, pubblicato nei giorni scorsi grazie all’Euda, l’Agenzia Europea che si occupa del traffico e della diffusione di sostanze stupefacenti nei Paesi membri.
Dalla ricerca, che prende a spunto quanto avvenuto in tutti i porti dell’Unione Europea nell’arco di un quinquennio, dal 2019 al 2024, emerge che l’Italia si trova al quarto posto relativamente all’ingresso della droga nei suoi scali marittimi, preceduta solo dal Belgio, dalla Spagna e dall’Olanda. In particolare, nel periodo considerato sono avvenuti 147 sequestri di sostanza stupefacente, per complessive 69,83 migliaia di tonnellate.
Particolarmente interessante l’aspetto riguardante le tipologie di droga sequestrate. Al primo posto, con oltre l’80% del quantitativo sequestrato, si trova la cocaina, seguita dall’eroina, dalla cannabis e dal captagon. Proprio riguardo la cocaina, il porto di Livorno si trova al quattordicesimo posto in ambito europeo, visto che nel periodo considerato ha avuto sequestri per un quantitativo superiore alle cinque tonnellate. Al terzo posto della graduatoria europea si trova Gioia Tauro, con sequestri per 43,6 tonnellate.
Riguardo alla cannabis tradizionale, la classifica europea viene guidata dal porto di Salerno con 2,8 tonnellate, mentre Civitavecchia si trova al nono posto con 0,2 tonnellate.
Nessun porto italiano si trova nella top ten per quanto riguarda i sequestri di cocaina, mentre Salerno torna in classifica, addirittura al primo posto, relativamente al captagon, ovvero la pericolosissima fenitillina, psicostimolante prodotto in Siria che nel periodo compreso tra il gennaio 2019 e il giugno 2024 è stato sequestrate nel porto campano in quantità notevole, superiore alle 14 tonnellate.