Il Tirreno

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Tribunale

Orbetello, medico morì nello schianto sull’Aurelia: camionista condannato a 8 mesi

di Pierluigi Sposato

	La vittima, Aniello “Nino” Tonziello e l'auto distrutta dopo l'incidente (foto Enzo Russo)
La vittima, Aniello “Nino” Tonziello e l'auto distrutta dopo l'incidente (foto Enzo Russo)

Nell’incidente, avvenuto nel 2019, ha perso la vita Aniello “Nino” Tonziello, 54 anni, in servizio a Livorno: appassionato sub, stava andando a Giannutri per un'immersione

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LIVORNO. Una manovra di sorpasso, un cambio di corsia, un’autocisterna, un suv, una collisione violentissima. Aveva perso la vita il conducente del suv; l’uomo al volante dell’autoarticolato è finito sotto processo per omicidio colposo. Luca Perna, questo il suo nome, 51enne, romano, è stato condannato a otto mesi (pena sospesa e non menzione).

La giudice Agnieszka Karpinska l’ha ritenuto colpevole di quanto avvenuto il 13 aprile 2019 lungo l’Aurelia nel territorio di Orbetello, nei pressi dello svincolo di Fonteblanda, all’altezza della stazione di servizio Ip, quando era morto un conosciuto medico infettivologo da venti anni in servizio all’ospedale di Livorno: Aniello “Nino” Tonziello, 54 anni. Appassionato sub, si stava recando a Giannutri per un’immersione. Perna avrebbe effettuato una manovra di sorpasso senza accertarsi di averne la possibilità di farlo in sicurezza, cambiando corsia e marciando a circa 30 km/h, causando quindi la collisione mentre sopraggiungeva l’auto di Tonziello. La giudice ha però riconosciuto di poter applicare le attenuanti previste nei casi in cui l’evento “non sia esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione del colpevole”, oltre che quelle generiche: come a dire che comunque è stata individuata una corresponsabilità, che sarà specificata nelle motivazioni che saranno depositate entro novanta giorni. 

Il viceprocuratore onorario Alessandro Bonasera aveva chiesto un anno e sei mesi, ravvisando proprio la corresponsabilità, oltre che un superamento dei limiti di velocità. La giudice ha anche stabilito la sospensione della patente di guida di Perna per due anni e la condanna al risarcimento dei danni in favore dei familiari del medico (la madre e il fratello), parte civile con l’avvocato Antonio Nerone di Napoli: sarà il giudice civile a occuparsene, mentre è stata respinta la richiesta di una provvisionale. Dovranno provvedere in solido l’imputato e i responsabili civili, cioè la Assicurazioni generali e (per trattore e semirimorchio) la Compagnia Trasporti speciali, rappresentati dall’avvocata Caterina Conti.

Quella mattina, erano da poco passate le 8, erano venuti a collisione lo Scania condotto da Perna e la Jeep Cherokee condotta da Tonziello, che aveva tamponato l’autoarticolato: il medico era morto all’istante per le gravissime lesioni riportate nell’impatto. Il fascicolo aveva vissuto la fase dell’incidente probatorio, nel corso della quale erano stati affrontati i temi della ricostruzione dell’incidente, delle posizioni, degli spazi, delle velocità. Temi che hanno occupato buona parte dell’intervento dell’avvocato Nerone, che ha sostenuto l’estraneità di Tonziello da qualsiasi responsabilità. «La velocità non c’entra nulla», ha detto il legale di parte civile, sottolineando le conclusioni dell’esperto che venne a sua volta incaricato: «Anche se avesse tenuto una velocità di 90 km all’ora l’evento non si sarebbe potuto evitare», ha detto l’avvocato Nerone citando proprio le parole dell’ingegnere. Questo anche perché nel capo di imputazione è scritto che Tonziello marciava a una velocità di cento chilometri all’ora. Ritenute tra l’altro inattendibili le ricostruzioni di alcuni testimoni, il legale ha evidenziato calcoli e distanze, arrivando in conclusione a escludere ogni tipo di responsabilità del medico. L’avvocato Nerone ha ritenuto comunque inadeguata l’offerta di 70mila euro da parte della compagnia, comunque parziale e accettata come acconto, ha specificato il legale del responsabile civile espressamente interrogato dalla giudice.

Che la velocità di Tonziello non fosse consona lo ha detto, tra l’altro, l’avvocata Francesca Vittori, che ha difeso il camionista: «L’auto è entrata per metà nell’autoarticolato, se si è spezzato il semiasse vuol dire che l’urto è stato enorme». Che il suv procedesse ad alta velocità lo aveva detto, ha aggiunto, anche il conducente di un pullman che quel giorno era in transito sull’Aurelia per una gita. Il camion aveva rallentato per entrare nell’area di servizio, poi il conducente aveva dovuto fare una manovra di emergenza: ma non imprevedibile, ha detto il difensore, né fuori dalle regole del Codice della strada. Ha concluso con una richiesta di assoluzione e comunque per il riconoscimento che la responsabilità non era stata esclusivamente di Perna. I rilievi erano stati effettuati dalla polizia stradale, i cui agenti sono stati ascoltati in aula nel corso del dibattimento.


 

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