Il Tirreno

L’accordo

Migranti, via libera al patto europeo con il sì dell'Italia

Migranti, via libera al patto europeo con il sì dell'Italia

Il ministro dell'Interno italiano era critico: "Passi avanti ma non basta", aveva detto. Introdotte procedure più snelle per le richieste di asilo, i rimpatri e un tetto per le quote di accoglienza in ogni Stato

08 giugno 2023
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BRUXELLES. È un accordo storico quello raggiunto tra gli Stati membri sul Patto Ue Migrazione e Asilo. I ministri degli Interni dei 27, riuniti a Lussemburgo, hanno raggiunto un'intesa sul pacchetto di riforma del sistema e delle procedure di asilo, con il sì dell'Italia, il no di Polonia e Ungheria e quattro astenuti. Dopo quasi tre anni di lavoro oggi il Consiglio Ue ha approvato la sua posizione negoziale su due regolamenti chiave del Patto, che ora servirà per avviare il trilogo con il Parlamento. Negoziati che la presidente dell'Eurocamera Metsola si è detta pronta ad "avviare immediatamente per raggiungere un accordo prima della fine del mandato". Le nuove norme prevedono un meccanismo di solidarietà obbligatoria, che non significa ricollocamenti obbligatori, ma una quota di compensazione di 20mila euro a migrante da corrispondere in caso uno Stato non accetti i ricollocamenti.

Misura contestata dalla Polonia, una cifra definita "inaccettabile" per un governo che ha già accolto oltre un milione di ucraini. Vengono poi introdotte procedure più snelle per le richieste di asilo, i rimpatri e un tetto per le quote di accoglienza in ogni Stato. L'Italia, che nella lunga giornata aveva assunto una posizione critica su diversi fronti, è riuscita a ottenere un buon compromesso che va incontro alle sue richieste. "L'Italia ha ottenuto il consenso su tutte le proposte avanzate nel corso del Consiglio odierno", ha rimarcato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, al termine del Consiglio. "Abbiamo scongiurato l'ipotesi che l'Italia e tutti gli Stati membri di primo ingresso venissero pagati per mantenere i migranti irregolari nei propri territori. L'Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell'Europa", ha sottolineato. Soddisfazione anche sul punto che aveva bloccato i lavori nel pomeriggio e l'intera intesa, ovvero la definizione di paese terzo sicuro. Ora è stata rivista in modo tale che "spetterà agli Stati membri applicare il concetto di paese terzo sicuro e determinare se esiste un collegamento tra il richiedente e il paese terzo in base al quale sarebbe ragionevole per lui recarsi in tale paese Paese", ha spiegato la presidenza Ue. Per Piantedosi si è "evitato che venissero poste delle limitazioni che avrebbero escluso alcuni Paesi". Anche i termini di responsabilità del Paese di primo ingresso per i casi di ricerca e soccorso sono stati ridotti a 12 mesi, e "per la prima volta i casi Sar sono considerati sotto la responsabilità dell'Unione europea", fa notare il ministro. "Per quanto riguarda le procedure di frontiere, su cui l'Italia, a livello nazionale, ha precorso i tempi europei, con le misure introdotte dal Decreto Cutro, siamo riusciti ad ottenere la creazione di un sistema efficace di controllo europeo delle frontiere esterne". Infine il titolare del Viminale ha elogiato la creazione di un nuovo fondo europeo per i Paesi terzi di origine e transito dei flussi. Fin dall'inizio l'intenzione della presidenza svedese era quella di portare a bordo più paesi possibili e prima di tutto l'Italia, un paese grande e della prima linea sulla questione. La ministra svedese, della presidenza di turno, era pronta a proseguire le trattative per "tutta la notte". In mattinata aveva lanciato un appello accorato a non lasciarsi sfuggire questo momento, dopo anni di negoziati e tentativi falliti nella scorsa legislatura. "Siamo così vicini e in realtà non ci sono scuse per non trovare un accordo oggi", aveva affermato. Anche la commissaria agli Affari Interni, Ylva Johansson, aveva invitato a non fermarsi agli ultimi cento metri perché con il Patto ne escono tutti vincitori. Ora, esulta parlando di "giornata e decisione storica". L'accordo "dimostra che ora c'è fiducia tra gli Stati membri e c'è anche uno spirito di cooperazione e solidarietà", ha commentato, e quando c'è tale fiducia "siamo così forti che possiamo ottenere così tanto". Durante il Consiglio il ministro Piantedosi ha invitato i colleghi a tenere alto il tema della dimensione esterna della migrazione, con gli accordi con i paesi di origine e transito, come la Tunisia, e riferito che l'Italia chiederà di inserire il punto all'ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo del 29 e 30 giugno. Domenica, intanto, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, si recherà a Tunisi, assieme alla premier Meloni e al suo omologo olandese Rutte, per provare a stringere un ampio accordo con il presidente Saied. faf/lpr

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