Aurelio De Laurentiis e il Napoli rinviati a giudizio per falso in bilancio: cosa succede ora
L’udienza preliminare è stata fissata per il 2 dicembre. Al centro del procedimento ci sono due operazioni di mercato considerate sospette
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è stato rinviato a giudizio dal gup di Roma con l’accusa di falso in bilancio per le annate 2019, 2020 e 2021. Stessa sorte per l’amministratore delegato Andrea Chiavelli e per la società partenopea. L’udienza preliminare è stata fissata per il 2 dicembre, quando si aprirà la fase dibattimentale.
Le operazioni sotto accusa
Al centro del procedimento ci sono due operazioni di mercato considerate sospette:
- Manolas alla Roma (2019): il difensore greco fu acquistato per 36 milioni, cifra che consentì ai giallorossi di registrare una plusvalenza superiore ai 30 milioni. Nello stesso periodo il Napoli cedette Diawara alla Roma per 21 milioni.
- Osimhen al Lille (2020): l’attaccante nigeriano fu valutato complessivamente 71 milioni. Una parte della cifra, circa 21 milioni, venne attribuita all’ex portiere Karnezis e a tre giovani del vivaio azzurro ceduti al club francese. Secondo l’accusa, proprio queste valutazioni sarebbero state gonfiate, generando plusvalenze ritenute fittizie.
La linea difensiva
Gli avvocati di De Laurentiis hanno ribadito di non temere il processo, convinti di poter dimostrare l’estraneità del presidente ai fatti contestati. Fabio Fulgeri, uno dei legali, ha sottolineato come già in passato il collegio difensivo avesse manifestato fiducia nella possibilità di chiudere la vicenda anche attraverso il dibattimento.
Prospettive
Il caso delle presunte plusvalenze si inserisce in un contesto più ampio che ha coinvolto diverse società calcistiche italiane negli ultimi anni. Per il Napoli e per il suo patron, il 2 dicembre segnerà l’inizio di un percorso giudiziario che dovrà chiarire la regolarità delle operazioni di mercato e la correttezza dei bilanci societari.
