Attacchi missilistici di Israele all’Iran, Teheran contrattacca: «Sarà l’inferno». Le reazioni e lo spettro escalation
L’Iran ha risposto al nuovo attacco, tre ondate di missili nella serata di venerdì: il bilancio su feriti e le vittime
È l’attacco più grande di Israele all’Iran quello sferrato nella notte fra giovedì e venerdì (12-13 giugno 2025) e poi proseguito nel corso della giornata. Non dei singoli raid conclusi in un’unica tornata, come quelli di aprile e ottobre del 2024, che non avevano interessato siti nucleari. Stavolta è stato un attacco devastante al cuore delle strutture nucleari e militari, con aerei da guerra ma anche con droni introdotti clandestinamente nel Paese, per colpire obiettivi strategici e uccidere generali e scienziati di alto rango. Israele l’ha presentato come un attacco necessario per scongiurare una minaccia imminente che Teheran potesse costruire bombe nucleari, anche se non è chiaro se Teheran – che sostiene che il suo programma nucleare abbia solo scopi civili – sia realmente vicina al raggiungimento di questo obiettivo.
«Un pericolo chiaro e presente per la stessa sopravvivenza di Israele», ha detto il premier Benjamin Netanyahu, che ha parlato di «un grande successo», chiarendo che «non esistono guerre facili». L’Iran ha chiesto e ottenuto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Fra i morti (78 secondo una prima stima) ci sono 3 dei massimi leader militari iraniani: il generale Mohammad Bagheri, che supervisionava l’intero esercito, il generale Hossein Salami, che guidava i Guardiani della rivoluzione, e il generale Amir Ali Hajizadeh, capo del programma missilistico balistico dei Pasdaran. Secondo fonti iraniane al New York Times, anche il comandante della Forza Quds, l’unità d’élite delle Guardie rivoluzionarie, il generale Esmail Qaani, è stato ucciso. Un colpo duro per l’Iran, che complicherà gli sforzi di ritorsione. La prima risposta di Teheran è giunta con il lancio di una raffica di droni: Israele subirà una «punizione severa», ha promesso la Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei.
In serata poi le sirene sono risuonate in Israele per il lancio di oltre 100 missili balistici. Forti esplosioni sono state udite a Gerusalemme e nel centro di Tel Aviv, dove si è vista un’enorme colonna di fumo nero alzarsi in cielo, e alla popolazione è stato indicato di entrare nei rifugi antiaerei e di rimanervi fino a nuovo avviso. «Potrebbero essere attacchi molto gravi, a ondate», aveva avvertito Netanyahu poco prima in un videomessaggio. La pianificazione dell’operazione israeliana andava avanti da diversi mesi. Secondo quanto è filtrato, agenti del Mossad avevano posizionato in anticipo droni esplosivi e armi di precisione all’interno dell’Iran, per poi usarli per colpire lanciamissili e difese aeree iraniane.
Donald Trump ha specificato che era stato avvertito in anticipo dell’attacco, e ha usato l’occasione per spingere Teheran a un accordo sul nucleare. «L’Iran deve fare un accordo, prima che non rimanga nulla», il messaggio del tycoon, avvertendo che «i prossimi attacchi già pianificati» saranno «ancora più brutali». «Due mesi fa ho dato all’Iran un ultimatum di 60 giorni per fare un accordo. Avrebbero dovuto farlo! Oggi è il 61esimo giorno. Ho detto loro cosa fare, ma non ci sono riusciti. Ora hanno, forse, una seconda possibilità!», ha scritto Trump sul suo social Truth.
L’attacco di Israele giunge in un momento in cui il cosiddetto Asse della resistenza è stato indebolito – con i duri colpi inferti a Hezbollah e Hamas – e le difese aeree iraniane sono state danneggiate nei due attacchi dei mesi scorsi. Ma soprattutto l’attacco è giunto a pochi giorni dal nuovo round di colloqui sul nucleare fra Iran e Stati Uniti, che era in calendario per domenica in Oman: secondo Al-Mayadeen, gli iraniani non parteciperanno a questo punto all’incontro, ma da fonti Usa è filtrato che l’inviato speciale Steve Witkoff ha ancora intenzione di recarsi a Muscat. Forse nella speranza di spingere Teheran ad accettare un accordo. Netanyahu ha riferito di aver dato l’ordine di eliminare il programma nucleare dell’Iran a novembre del 2024 «poco dopo l’uccisione di Nasrallah», l’allora leader del gruppo libanese Hezbollah. La data fissata inizialmente per l’attacco era la fine di aprile del 2025, ma «per vari motivi non è stato possibile rispettare esattamente tale data». Sicuramente l’attacco iraniano distoglie l’attenzione dalla guerra ancora in corso a Gaza, per la quale Netanyahu stava attirando su di sé sempre più critiche internazionali. Le cancellerie si muovono intanto per scongiurare un’ulteriore escalation.
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La nostra diretta della serata del 13 giugno