Pezzotto, altre multe in arrivo: cosa rischia davvero chi lo utilizza e cos’è la “black list”
Secondo quanto dichiarato da Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, in un recente post su LinkedIn, è partita la prima ondata di sanzioni nei confronti degli utilizzatori
La Guardia di Finanza ha identificato 2.266 persone accusate di utilizzare dispositivi illegali per accedere a contenuti streaming senza autorizzazione. Si tratta del cosiddetto “pezzotto”, ovvero un sistema che permette di visualizzare eventi sportivi, film e serie TV senza pagare i normali abbonamenti alle piattaforme ufficiali. Sebbene la tecnologia impiegata per questi dispositivi sia in continua evoluzione, la logica rimane la stessa: pagare un contributo irrisorio al fornitore del servizio pirata per accedere a contenuti protetti da copyright. A cambiare ora è l’approccio delle autorità.
Non più solo i fornitori: ora finiscono nel mirino anche gli utenti
Storicamente, le indagini e le sanzioni si sono concentrate sulle organizzazioni che gestiscono e distribuiscono questi servizi illegali. Tuttavia, Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha cambiato rotta, avviando un’azione diretta anche contro gli utenti finali. Secondo quanto dichiarato da Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, in un recente post su LinkedIn, è partita la prima ondata di sanzioni nei confronti degli utilizzatori del pezzotto. Gli utenti individuati sono stati multati con una sanzione amministrativa di 154 euro ciascuno.
Inseriti in una lista nera: cosa rischiano gli utenti recidivi
Oltre alla multa, gli utenti sono stati registrati in una black list. In caso di recidiva, la sanzione potrà aumentare fino a 5.000 euro, e non è esclusa la possibilità di conseguenze penali. Capitanio ha sottolineato il danno economico causato da questo fenomeno, in particolare al settore calcistico: «Ogni anno, lo streaming illegale provoca una perdita stimata di circa 300 milioni di euro per il sistema calcio. Un danno che ricade anche su migliaia di lavoratori del comparto».
PiracyShield e i risultati ottenuti
La piattaforma PiracyShield, strumento chiave messo in campo da Agcom per combattere la pirateria online, ha contribuito a ottenere risultati significativi: oltre 43.000 siti pirata sono stati oscurati da febbraio 2024 ad oggi.
La repressione si fa concreta
Questo nuovo approccio indica un chiaro cambio di passo nella lotta alla pirateria digitale: non sono più solo i distributori del pezzotto a finire sotto osservazione, ma anche chi ne fa uso. Un monito chiaro per gli utenti: il rischio non è solo morale o etico, ma anche economico e legale.