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Il caso

Chiusa l’indagine su Chiara Ferragni: è accusata di truffa aggravata. La cifra contestata e la replica dell'influencer


	Chiara Ferragni
Chiara Ferragni

Nel mirino degli inquirenti milanesi sono finite la sponsorizzazione del pandoro e delle uova di Pasqua. Ci sono altri tre indagati. I legali dell’imprenditrice: «Confidiamo in una conclusione positiva della vicenda»

04 ottobre 2024
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La procura di Milano ha chiuso l'indagine dei confronti dell'influencer Chiara Ferragni, accusata di truffa continuata e aggravata per una serie operazioni commerciali "mascherate" - secondo l'accusa - come iniziative benefiche.

Gli indagati

Nel mirino degli inquirenti milanesi, riferisce il procuratore Marcello Viola, sono finite la sponsorizzazione del "Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni", nel Natale del 2022, e quella della "Uova di Pasqua Chiara Ferragni -sosteniamo i Bambini delle Fate", in occasione della Pasqua del 2021 e del 2022. Oltre che all'influencer, i militari della Guardia di Finanza hanno notificato l'avviso di chiusura indagini - atto che di norma prelude alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura - anche agli altri iscritti del registro degli indagati: Fabio Damato, ex braccio destro dell'influencer, Alessandra Balocco, presidente e ad dell'omonima azienda dolciaria, e Francesco Cannillo, patron di Dolci Preziosi. «Le indagini - puntualizza il procuratore Viola - hanno permesso di ricostruire la pianificazione e diffusione di comunicazioni di natura decettiva, volte a indurre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche».

L’accusa

Chiara Ferragni avrebbe ottenuto un ingiusto profitto di oltre 2 milioni di euro. È la cifra totale che viene contestata alla influencer. Nello specifico, i magistrati contestano un ingiusto profitto conseguito «dalle società Tbs Crew srl e Fenice srl e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 750mila euro oltre Iva». E ancora: «Ingiusto profitto conseguito dalle società Tbs Crew srl e Fenice srl e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 1.075.000 mln oltre iva». I pm contestano un ingiusto profitto conseguito «dalle società Sisterhood srl e Fenice srl e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 400mila euro + iva».

La replica

«Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcm. Avvieremo al più presto un confronto con i pubblici ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima». Lo affermano i difensori di Chiara Ferragni, gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, dopo la notifica di chiusura delle indagini sulle presunte truffe legate a pandori e uova di Pasqua.

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