Rogo a Roccalbegna, la cabina elettrica non c'entra con le fiamme: le ipotesi alternative e il problema dell'abbandono
Il sindaco Pesucci: «Ci sono aziende che hanno mantenuto il terreno pulito anche vicino alle abitazioni ma altre non l’hanno fatto»
ROCCALBEGNA. «Il dolo? Se così fosse, io non saprei spiegarmelo. Non riesco nemmeno a immaginare cosa possa passare per la testa di queste persone. Ma qual è il senso di voler distruggere questo territorio?»
Massimo Galli, sindaco di Roccalbegna, attende gli esiti delle indagini. Attende anche gli accertamenti su una cabina elettrica, segnalata da Elismo Pesucci, sindaco del Comune confinante, Campagnatico, anche questo pesantemente devastato dall’incendio iniziato a Ferragosto. Dice Pesucci: «Ho parlato ai carabinieri forestali di una cabina elettrica che avrebbe avuto un surriscaldamento e li ho fatti accompagnare sul posto per le verifiche». Se sia causa, concausa, effetto o se sia estranea all’incendio che ha devastato oltre 420 ettari saranno gli accertamenti a stabilirlo. Anche Galli è stato informato da Pesucci della cabina: «Io ho visto un palo con una centralina, sotto Poggio Miliotto, proprio lì dove è iniziato l’incendio venerdì: ma non so se è quello, perché a me è parso non danneggiato. Io comunque certezze sul dolo non ne ho».
Il sindaco torna con la memoria al pomeriggio di venerdì, alle 15: «Quando sono andato a vedere all’inizio, a Poggio Miliotto sembrava di dimensioni limitate. Alle 16,30 si è alzato il vento ed è cambiato tutto. Tra l’altro, lì la viabilità è essenziale, far muovere i mezzi di soccorso è operazione complessa». Zone isolate, se non abbandonate, tanti campi incolti: «Ci sono aziende che hanno mantenuto il terreno pulito anche vicino alle abitazioni ma altre non l’hanno fatto. Ci sono aziende che hanno mantenuto il terreno pulito anche vicino alle abitazioni ma altre non l’hanno fattoNel nostro territorio le presenze si sono ridotte: una volta c’erano 16mila capi ovini, adesso mi dicono che ce ne sono appena duemila».
La smentita di Enel
E-Distribuzione (la società del Gruppo Enel che gestisce la rete elettrica di media e bassa tensione) smentisce "categoricamente e informa che non nei giorni scorsi non si è verificato alcun surriscaldamento dell’impianto – che peraltro avrebbe diverse conseguenze e gestione, rispetto al fatto avvenuto – né guasti tecnici di alcun tipo; tutti gli ulteriori controlli tecnici hanno confermato che gli impianti elettrici non hanno niente a che vedere con l’incendio".
La conta dei danni
«Io non sono ancora in grado di stimare i danni – dice Pesucci – Certo è che con l’abbandono delle campagne i terreni diventano un cerino. Certo è che ci sono sempre meno allevamenti a causa dei predatori. Certo è che se ci fosse stato, come avevo proposto nel 2024, un bacino sull’Ombrone, i Canadair non avrebbero dovuto andare fino al mare per fare rifornimento: in pochi minuti avrebbero preso e scaricato l’acqua». Pesucci aggiunge di riferirsi a un progetto per una diga, nella zona del ponte sull’Ombrone ai piedi del paese di Campagnatico. Un progetto che era nato in sinergia con un privato. E perché non è andato avanti? «Perché l’imprenditore è morto e perché l’iter si snodava dagli enti locali fino al ministero, avrebbe richiesto troppo tempo. E pensare che invece una diga potrebbe produrre energia pulita e avrebbe anche un risvolto turistico, con la creazione di un laghetto, oltre che le funzioni antincendio che poi potrebbero servire un’area molto vasta della nostra provincia». Progetto abbandonato? «No, si potrebbe fare ancora. Ne ho parlato a Giani, aspetto ancora che mi possa incontrare. Con il Consorzio bonifica abbiamo invece in corso l’idea per il progetto per un bacino alle Melacce, una gola naturale che potrebbe servire anche a contenere le piene».
Il coordinamento delle operazioni antincendio è ancora situato al Granaione, da lì sono partite (anche ieri pomeriggio) le disposizioni per intervenire su piccoli focolai, come ad esempio nello stesso Poggio Miliotto, con lanci dall’elicottero. Ma i sindaci, sono concordi nel definire la situazione «sotto controllo», con le operazioni di bonifica in pieno svolgimento. Così anche il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Roberto Bonfiglio.
E Pesucci aggiunge che «alla Ciaia – cioè l’agriturismo a pochi chilometri dal Granaione, – e anche nelle zone vicine è stata riattivata la fornitura di energia elettrica. Non solo: ho chiesto ad AdF di intervenire e le squadre si sono messe subito al lavoro rifacendo 150 metri di conduttura idrica».