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Nardella: «Neanche mille Meloni qui butteranno giù il Pd»

di Luca Gasperoni
Nardella: «Neanche mille Meloni qui butteranno giù il Pd»

Il sindaco di Firenze fuga lo spettro di un assalto della destra al Comune. Ma adesso il sindaco dovrà aprire il dialogo con Renzi e M5s

27 settembre 2022
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L’ultimo bastione rosso della Toscana trema di fronte all’ondata della coalizione di centrodestra che travolge tutto il territorio regionale ma non crolla. Pur mostrando delle crepe che alimentano dubbi su quanto ancora potrà resistere di fronte al forcing incessante del tridente a trazione meloniana. Tanto più che all’orizzonte c’è la corsa per Palazzo Vecchio, municipio mai governato dalla destra a partire dal dopoguerra. Prima delle preoccupazioni però c’è l’orgoglio dem di aver resistito all’assalto della fiamma che esprimeva tutte e tre le candidate in campo e l’amarezza per un epilogo regionale che quasi annulla la gioia della vittoria. «Siamo di fronte ad un vento inarrestabile delle destre – mette nero su bianco il sindaco di Firenze, Dario Nardella – a una situazione estremamente critica del Pd, con attacchi che vengono da tutte le parti. Eppure il dato è che per buttare giù il Pd a Firenze ci vogliono 1. 000 Meloni, Calenda o Conte. Nessuno butta giù il Pd a Firenze, anche nel peggiore dei momenti».

Alla fine la coalizione di centrosinistra incassa una media intorno al 40% di consensi nei tre seggi uninominali in palio e respinge l’assalto degli avversari che si fermano una dozzina di punti sotto. Con il Pd a fare la voce grossa nel proprio quartier generale, forte di una media del 30% di voti, nonostante il calo di quasi 10 punti rispetto alla tornata elettorale del 2018. Differenza che tra i dem si attribuisce alla corsa solitaria dei renziani, che ottengono una doppia cifra abbondante nella culla del giglio magico. Dall’altra parte c’è il 20% ottenuto da FdI che migliora nettamente la performance conseguita ai tempi in cui la Lega era la forza trainante. Ad incidere anche il balzo in avanti dell’astensionismo, che passa nell’arco di una legislatura, dal 79,5% dei votanti al 73%. E l’impatto del voto politico, rappresentato dalla preferenza a votare per il partito di riferimento piuttosto che per il candidato espresso sulla scheda elettorale.

L’uomo copertina della battaglia nei tre collegi fiorentini, due alla Camera (città e provincia senza Mugello) e uno al Senato (intera provincia) è l’assessore dem al Bilancio, Federico Gianassi che consegue l’affermazione più netta ai danni della consigliera FdI del Q5, Angela Sirello. Il verdetto recita 42, 6% a 26, 8% con un distacco di 16 punti a chiudere, sin dai primi scrutini, la partita. Più contesa, al netto dei 10 punti in mezzo, la sfida tra l’ex sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi e la consigliera comunale di Rufina, Chiara Mazzei e quella tra la candidata di Si/Ev, Ilaria Cucchi, contro la produttrice cinematografica, Federica Picchi. Nel complesso una vittoria come da pronostico che mette in luce però una diminuzione della forza dem sul territorio comunale e provinciale vista la forte riconoscibilità dei candidati e le non irresistibili avversarie, prive di esperienze politiche. Una lettura che Nardella ribalta completamente, ponendo enfasi sul passo indietro degli avversari in città. «Il Pd e il centrosinistra hanno reagito molto bene – analizza il primo cittadino – e siamo contenti di come Firenze, città e provincia, hanno saputo interpretare questa campagna difficilissima, giocata tutta controcorrente. E vincere controcorrente rispetto al trend nazionale, vale il doppio. La somma del centrodestra in città passa dal 33% al 26%, mentre Lega e Fi sono ai minimi storici. Abbiamo frenato o rallentato l’ascesa del centrodestra che rispetto al 2018 è calato». L’altro tema al centro delle preoccupazioni dem è costruire un’alleanza più solida in ottica delle comunali fissate nel 2024, magari coinvolgendo nuovamente almeno uno degli ex alleati, M5s e Iv, che nel capoluogo regionale hanno strappato regolarmente la doppia cifra. «Terremo dialogo aperto con tutte le forze. Il rapporto con Calenda e Renzi è ottimo, parlerò con loro nei prossimi giorni, siamo tranquilli, il dato politico è complessivamente positivo per tutti, non sono preoccupato da sconvolgimenti a livello locale», sottolinea Nardella escludendo ripercussioni sulla maggioranza di Palazzo Vecchio. «Siamo ovviamente contenti se guardiamo al fatto che Iv è nella maggioranza con l’assessore Titta Meucci e anche questo dato è in linea con i risultati dell’amministrazione». Infine, di fronte al vuoto lasciato da Gianassi in partenza per Roma il sindaco chiarisce: «Rimarrà in Giunta fino al momento dell’insediamento, ci sono da chiudere alcune partite importanti, come la multiutility, di cui porteremo la delibera in Giunta questa settimana». E sull’erede in ottica rimpasto bocca cucita. «Un politico o un tecnico? Non escludo niente, non affrontiamo con ansia l’avvicendamento».l

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