Il Tirreno

Fratoianni, Di Maio, Bonelli, Speranza, Della Vedova. Quattro fra questi cinque catapultati nei collegi uninominali della Toscana. Soprattutto, destinatari dei “paracadutati” sarebbero i tre fiorentini ritenuti dagli analisti fra i pochi sicuri per il centrosinistra in Italia. C’è un motivo che ha spinto Dario Nardella ad annullare tutti gli appuntamenti di oggi, venerdì 12 agosto, e a correre a Roma. Il primo cittadino prova a farsi interprete delle fibrillazioni e delle paure dei dem toscani per un filotto di paracadutati che molti temono potrebbe tradursi in un “suicidio politico”, un harakiri nelle urne per il Pd. Fare spazio ai big dei partiti alleati – da Sinistra Italiana ai Verdi, da ArticoloUno al ministro degli Esteri – significherebbe dover rinunciare ai candidati del territorio come Federico Gianassi, Emiliano Fossi, perfino alla segretaria regionale Simona Bonafè. Certo, alcuni, come l’eurodeputata, potrebbero trovare spazio nei listini proporzionali, ma nel Pd toscano il timore è che la scelta di Enrico Letta possa avvantaggiare la premiata ditta Renzi-Calenda.

In fondo, proprio Matteo Renzi ha dichiarato di voler schierare nei collegi le teste di serie di Italia Viva in Toscana. E nei collegi fiorentini, oltre all’ex premier, potrebbero correre Stefania Saccardi e Francesco Bonifazi. Nel collegio di Mugello-Prato-Empoli il coordinatore regionale renziano Nicola Danti, a Siena il consigliere regionale Stefano Scaramelli, a Pistoia l’ex deputato Edoardo Fanucci, tutti campioni o ex campioni di preferenze nei rispettivi territori. «Ma questi chi li vota?», dice allarmato un dirigente toscano dem riferendosi ai paracadutati. L’allarme è talmente alto che per domani sono già convocate le direzioni del Pd cittadino e metropolitano di Firenze. Ma la speranza è che Nardella e Bonafè riescano a convincere Letta a cambiare rotta.