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Aste dei bagni, c’è un altro Comune toscano che pubblica i criteri per i (futuri) bandi di gara – Cosa significa

di Gabriele Buffoni
Uno scorcio del litorale
Uno scorcio del litorale

L’assessore spiega al demanio di Camaiore: «Ecco perché abbiamo affrettato i tempi». Il presidente dei balneari: «Ormai non ci facciamo più illusioni, sappiamo qual è la direzione verso cui si sta andando»

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CAMAIORE. Il Comune di Camaiore si prepara in vista delle aste per gli stabilimenti balneari. Gli uffici di piazza San Bernardino infatti hanno approvato i criteri per la messa all’asta delle concessioni balneari che incidono sul territorio di Lido di Camaiore.

I numeri

Delle 99 concessioni che compongono il litorale camaiorese, solo una piccola parte di queste (circa il 15%, tra le 13 e le 16 concessioni) sembra destinata ad andare all’asta per prima, nel momento cioè in cui scatterà il termine fissato dal Governo per attuare la direttiva Bolkestein, quindi nel 2027. Tutte le altre concessioni avranno più margine, avendo tutte fatto richiesta e ottenuto le proroghe per i cosiddetti “atti formali” dal Comune al 2033 o addirittura più avanti (al 2035 o al 2038).

I criteri

Per tutte però il Comune ha dovuto stabilire i criteri generali per la valutazione delle offerte che, una volta promulgati i bandi pubblici, arriveranno sul tavolo. I tempi non sono casuali: a gennaio infatti il Comune è atteso davanti al Tar della Toscana, trascinato in tribunale da un consorzio di imprese romano interessato a subentrare in regime di concorrenza per tre stabilimenti di Lido (il bagno Lido Verde, il bagno Flora e il bagno Pesce d’Oro) e che ha puntato il dito contro l’inadempienza del Comune sul tema aste pubbliche.

Gli indennizzi

Resta però un passo avanti determinante in quello che è il cammino – che oggi sembra ormai tracciato – verso le aste per i bagni. Anche se su tutta la procedura pende un punto interrogativo pesantissimo: la norma generale sugli indennizzi, che gli enti locali attendono da tempo ma che dal Governo ancora non è arrivata.

«Quest’atto lo attendevamo tutti – conferma il rieletto presidente dei balneari di Lido di Camaiore, Marco Daddio – ormai non ci facciamo più illusioni, sappiamo qual è la direzione verso cui si sta andando. D’altro canto – ammette – c’è chi, come Viareggio, li ha già presentati, quindi era soltanto questione di tempo. E c’è da dire che anche il contenuto stesso della determina con cui si stabiliscono i criteri e i sub-criteri particolari non ci stupisce: l’anno scorso il Comune di Camaiore aveva già delineato alcuni termini macroscopici in cui inquadrare le future aste, oggi ha “solo” stabilito i punteggi abbinati a ciascun criterio secondo quello che già stato definito dallo Stato, ovvero prendendo spunto dalla legge Meloni e dalla legge Draghi. Mentre resta tutto ancora in bilico – ribadisce – per quel che riguarda gli indennizzi per i concessionari che dovranno andarsene». Quel che è certo infatti «è che il litorale non diventerà spiaggia libera – spiega Daddio – per ogni concessionario ne subentrerà un altro, contrariamente a quanto alcuni pensano».

Gli atti

Leggendo gli atti approvati dagli uffici, è ben chiaro che il Comune tenderà a privilegiare – nelle future aste pubbliche – i criteri qualitativi rispetto alla mera offerta economica: quest’ultima conterà infatti solo 10 punti su 100, mentre il 90% del peso per formare la graduatoria per ogni concessione sarà connesso alla valorizzazione dell’impresa familiare, all’attenzione al sociale, alle disabilità e all’accessibilità degli impianti, alla sottoscrizione di convenzioni e accordi con altre attività turistiche (come strutture alberghiere o ristoranti) per migliorare il servizio, allo sviluppo di servizi come l’elioterapia al di fuori della stagione balneare oppure alla predisposizione di navette per lo spostamento dell’utenza e per favorire il decongestionamento del traffico veicolare sul lungomare. Non solo: un’attenzione particolare è data alla sostenibilità ambientale ed energetica degli stabilimenti così come allo sviluppo di una filiera locale che punti alla valorizzazione dei prodotti e alla promozione del territorio e alla salvaguardia del patrimonio culturale e naturale.

L’assessore

«L’importanza di quest’atto – spiega l’assessore al demanio Iacopo Menchetti – è data dallo stato di necessità in cui ci troviamo: la causa in corso ha solo accelerato i tempi, dato che avremmo preferito attendere e avere gli opportuni chiarimenti sullo stato patrimoniale delle concessioni. Su questo fronte comunque non siamo inadempienti: quest’atto, in cui per la prima volta associamo una scala di punteggio ai criteri che già avevamo anticipato in forma generale, è un atto propedeutico alla futura redazione dei bandi».

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