Addio a Paolo Vinci, muore a pochi giorni dal suo compleanno il discendente del genio Leonardo
Forte dei Marmi, sul suo illustre avo disse: «Questa storia mi sta divertendo molto e mi sento davvero ringiovanito»
FORTE DEI MARMI. Se n’è andato a pochi giorni dal suo novantesimo compleanno Dalmazio Vinci, il più anziano discendente diretto di Leonardo da Vinci. Nato a Montelupo Fiorentino, ma vissuto per tutta la sua vita a Forte dei Marmi, Dalmazio era un personaggio notissimo. Per lui calza a pennello la celebre frase del suo illustre antenato: “Siccome una giornata ben spesa dà lieto dormire, così una vita ben usata dà lieto morire”.
Chi era
Paolo Vinci, o Dalmazio come tutti lo chiamavano, è stato un protagonista della Forte dei Marmi degli anni Sessanta e Settanta. Nel 2021, l’ufficializzazione della sua discendenza dal genio toscano, fu una notizia che lui accolse con divertita tranquillità.
«L’unica volta che sentii questa storia – raccontò all’epoca – fu quando, giovanissimo, mio zio mi portò dal direttore del museo di Vinci, che mi disse: “Guarda Paolo che tu sei di una delle cinque famiglie discendenti in linea diretta da Leonardo”. La cosa finì lì, e io non feci mai alcuna ricerca». La vita lo portò poi a prendere in mano il lavoro di famiglia dopo la morte prematura del padre Nello (all’anagrafe Leonardo) nel 1958. Tuttavia, la passione per il cielo non lo abbandonò mai: «A metà anni Cinquanta presi, giovanissimo, il brevetto da pilota civile, e fui tra i fondatori dell’Aero Club del Cinquale».
Un grande sportivo
Dalmazio fu anche un grande sportivo, amante del brivido e della velocità: «Se dovessi mettere in ordine i miei interessi – aveva spiegato – direi prima di tutto l’aeroplano, poi le macchine (celebri le sue Ferrari) e poi le barche. Ho fatto una vita normalissima, e mi sono levato le soddisfazioni che mi potevo permettere». Lui fu anche protagonista, anni fa, alla Compagnia della Vela, della presentazione italiana del primo paracadute trainato da un motoscafo.
I “Mancioli”
Al Forte, Dalmazio era indissolubilmente legato al nome “Mancioli”: il grande negozio di ceramiche artistiche. «I Mancioli, parenti di mia madre Tosca, frequentavano il Forte fin dagli anni Venti – ci aveva detto – Per mia madre fu naturale aprire qui un negozio in centro. Eravamo diventati uno dei pochi negozi del Club Ginori – ricordava – e fino al 1981 abbiamo rappresentato un’eccellenza cittadina. E successivamente Dalmazio aprì un negozio anche a Milano».
Quel legame con il genio
Tornando a Leonardo, nel 2021 Dalmazio ci confidò la sua reazione alla fama tardiva: «Premetto che questa storia mi sta divertendo molto, e mi sento davvero ringiovanito. Fui contattato alcuni mesi fa e io rappresentavo la diciannovesima generazione del ramo A e ero il più vecchio». In merito alla verifica genetica – ci spiegò – che la ricerca, pubblicata anche negli Stati Uniti e che ha coinvolto diverse Università, partiva dal presupposto scientifico che il cromosoma Y, trasmesso ai discendenti maschi, resta invariato per ben 25 generazioni. Quando gli chiedemmo del suo avo e della comune passione per le invenzioni rispose con la sua consueta ironia: «Non scherziamo! L’intelligenza e il genio se l’è presi tutti lui e per tante generazioni».
Anni fa aveva perso la moglie Adriana Mori dopo una lunga storia d’amore. Alle tre figlie Paola, Laila e Roberta le condoglianze della redazione. Le esequie si terranno domani, giovedì 11 dicembre, nella chiesa di Sant’Ermete al Forte.
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