Il referto del privato? Per il rimborso non vale: così deve fare la visita (anche) con l’Asl
Un 48enne lucchese è stato costretto al doppio consulto: il cortocircuito creato da una circolare. Cosa dice
LUCCA. Impegnative, assicurazioni e liste d’attesa: il teatro dell’assurdo della sanità pubblica. A segnalare il caso è un 48enne lucchese, la cui vicenda, almeno all’inizio, appare semplice: visita dermatologica privata alla clinica di San Rossore di Pisa, lo specialista individua un nevo atipico sulla scapola destra. «Da togliere», dice. Non per estetica, ma per sicurezza: rimozione chirurgica e biopsia istologica. Nulla di drammatico, ma meglio non perdere tempo.
La polizza
L’uomo ha un’assicurazione sanitaria indiretta, ovvero che rimborsa a posteriori (in tutto o in parte) la spesa sostenuta per l’intervento, se questo viene eseguito in una struttura privata. Un modo utile a tanti cittadini coperti da questo tipo di polizze, per uscire dalle sabbie mobili della trafila pubblica e velocizzare i tempi. O almeno così dovrebbe essere.
L’assicurazione, però, chiede l’impegnativa del medico di base. Una formalità? Macché. È qui che si spalanca il solito girone infernale.
La circolare
Perché – come il 48enne apprende dal proprio dottore – una recente circolare dell’Asl Toscana nord ovest vieta ai medici di famiglia di prescrivere rimozioni di nei quando la diagnosi arriva da uno specialista esterno, cioè non Asl. Regola nuova, motivazioni burocratiche. Risultato: si deve rifare la visita dermatologica nella sanità pubblica, con tanto di pagamento del ticket.
Il medico di base fa quello che può: prescrive la visita specialistica con priorità “Breve”, quindi da eseguire teoricamente entro dieci giorni. È qui, però, che la teoria e la pratica prendono strade opposte. Sul portale delle prenotazioni non c’è traccia di date utili. Né nella Piana, né in Versilia e nemmeno nelle altre zone distretto. Il 48enne prova con il Cup telefonico: «Non c’è disponibilità», risponde l’addetta. Alla fine l’uomo viene inserito in pre-lista, cioè la lista d’attesa della lista d’attesa, dove si resta finché non si libera un posto.
L’epilogo
La fortuna, questa volta, ci mette una pezza: l’Asl richiama il 48enne e gli trova un appuntamento nei tempi previsti. Bene così, dunque. Ma il problema resta intatto. Perché il cortocircuito creato dalla circolare Asl rischia di diventare un ostacolo per chiunque abbia un’assicurazione sanitaria e voglia accorciare i tempi evitando il percorso pubblico.
Il paradosso è evidente: l’utente vuole operarsi nel privato, a sue spese (o della compagnia assicurativa), senza gravare sulla lista d’attesa. Ma per ottenere il rimborso serve un’impegnativa che il medico – per direttiva Asl – non può più fare sulla base della diagnosi del dermatologo privato. E quindi? E quindi la persona deve comunque rifare l’intera valutazione all’interno della sanità pubblica, entrando nel sistema di prenotazioni che già fatica a garantire tempi accettabili.
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