Il Tirreno

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Il racconto

Viareggio, viaggio tra i seggi: al voto per senso del dovere. «Ma nessuno mi convince»

di Giovanna Mezzana
Viareggio, viaggio tra i seggi: al voto per senso del dovere. «Ma nessuno mi convince»

Code ai seggi per un’affluenza che è stata in linea con le aspettative ma anche per errori, imprevisti e la novità del tagliando antifrode

26 settembre 2022
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Viareggio Lui è rassegnato, lei è demotivata mentre qualcun altro ha ancora nelle orecchie – dice – il rumore fastidioso di una campagna elettorale di leader-boxer in cui «si è sprecato tanto fiato per parlare male degli avversari». Viareggini e versiliesi non hanno comunque disertato l’appuntamento elettorale: l’affluenza scende ma meno che altrove in Italia. La mattina era partita di slancio: «Alle 12 – dice Gabriele Filicetti, scrutatore in uno dei seggi delle scuole Motto – aveva votato circa il 40 per cento degli elettori, percentuale buona». Tra Viareggio e la Versilia è stato soprattutto il senso del dovere a spingere verso le urne; l’elettore medio continua a sperare in un cambiamento, che migliori la vita sociale, che argini il deterioramento di ciò che un tempo si definiva il benessere: anche se non ci conta.

Le motivazioni

«Non avevo intenzione di votare – dice Maurizio Sani – Credo che nessuno meriti la preferenza, tant’è che comprendo chi è rimasto a casa; sono qua perché spero in un cambiamento, non tanto per me quanto per mia figlia». «Io ho sempre votato – commenta Andrea Gassani, appena uscito dalle scuole Viani con la compagna Martina Moggio – anche se penso che finirà come la volta scorsa: nessun partito otterrà la maggioranza e si dovrà un po’inciuciare». «Voto perché sento di appartenere a quell’universo di giovani che avrà il futuro nelle proprie mani», dice Greta Bontempi studentessa, scrutatrice, che ha già compiuto la sua assunzione di responsabilità: e questo dovrebbe far ben sperare.

A 100 anni arriva da Siena

Per un istante mettiamo da parte i giovani: sulla soglia di 100 anni di età, è arrivato da Siena per votare: si chiama Altero Ciacci, nato ad Asciano, classe 1923; «Mi ha detto: “Me la daranno la tessera elettorale alla mia età? Perché la patente non me l’hanno rinnovata”», racconta di lui Marzia Billi, viareggina, che ieri ha accompagnato Altero – che fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz da cui riuscì a scappare – a votare a Capezzano Pianore, dove lui – che era casellante della ferrovia alle cateratte – ha ancora la residenza. Era contentissimo.

C’era una volta Togliatti

«Voto per dovere», dice Paola Canova, un’anziana signora; «ma non mi fido – aggiunge – Non mi è piaciuta la campagna elettorale tutta centrata sul parlar male degli altri: è un atteggiamento che non mi suggerisce fiducia»; poi sospira: «Ricordo quando venivo a votare con mio marito C’erano Togliatti, De Gasperi. Oggi si vota perché si deve votare ma non c’è passione. Speriamo».

I contrattempi

Qua e là fuori dei seggi elettorali si è registrata qualche coda. Alle scuole Viani, intorno all’ora di pranzo, dove alle 19 aveva votato il 55% degli elettori, alla scuola Lambruschini dove alle 20 si è registrata un’affluenza di circa il 60 per cento: in alcuni casi per evitare assembramenti a cui si è aggiunta la nuova incombenza del tagliando anti-frode. Al Secco un presidente di seggio ha avuto un lieve malore, è stato soccorso e sostituito. Al seggio 12 del Terminetto un elettore si è sentito dire: «Scusi, ma lei ha già votato», ed è rimasto stupito; si è appurato poi che i dati di un cittadino che si era presentato prima di lui erano stati inseriti per un svista in corrispondenza del suo nominativo; rintracciato il precedente elettore e fatte alcune verifiche, tutto è stato risolto.

La speranza

«Sono un socialista e non ho votato a destra – dice Alfredo Bertolucci – Sono dell’idea che si debba “andare” ai partiti storici anche se rispetto tutti i leader. Chi vincerà spero non faccia promesse ma sigli piuttosto un contratto con gli elettori: e se non lo manterrà, dovrà darne conto». l

Ha collaborato Roy Lepore


 

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