Toscana, 149 femminicidi in 18 anni: il nuovo rapporto svela numeri drammatici e un’emergenza ancora aperta
Diffusi dalla Regione i dati relativi al 2024. Nove femminicidi con quattro minori orfani. Sono 134 le donne con 107 figli che sono state accolte e ospitate nelle ventotto Case rifugio gestite da enti del terzo settore
Tra il 2006 e il 2024 i femminicidi in Toscana sono stati 149: 8,2 donne all’anno sono state uccise in quanto donne. Nel solo 2024 i femminicidi in Toscana sono stati 9. Le vittime uccise l’anno scorso hanno lasciato quattro figli minorenni. In tutto, dal 2006 al 2024, sono stati 51 i figli che hanno perso la madre a causa di femminicidio.
A far luce sul fenomeno della violenza sulle donne è la diciassettesima edizione del “Rapporto sulla violenza di genere in Toscana”, illustrato alla vigilia della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Curato dall’Osservatorio sociale regionale, insieme alla Regione e ad Anci Toscana, il rapporto presenta i dati di monitoraggio del fenomeno, elaborati con la collaborazione con i soggetti che compongono le reti antiviolenza territoriali.
La lotta contro la violenza di genere, come dimostrano i numeri, ha ancora tanta strada da fare. Le donne che si sono rivolte a un Centro antiviolenza (Cav) nel solo 2024 sono 5.670. Un numero che eguaglia e in molti casi supera molti piccoli comuni toscani, se vogliamo fare un paragone. Il percorso di uscita dalla violenza di genere, cioè l’utilizzo da parte delle vittime dei servizi di ascolto, consulenza psicologica e legale, e orientamento ed accompagnamento ad altri servizi nella rete territoriale, è stato usato da 3.533 donne l’anno scorso. Il 66 per cento di queste 3.533 ha figli. E il 32 per cento è straniero. Sono 25 i Cav in Toscana, tutti gestiti da soggetti privati qualificati, che contano in totale 103 punti di accesso totali. Sono gestite dai Cav anche le case rifugio: se ne contano 28 in Toscana. Si tratta di strutture dedicate, con indirizzo segreto, dove la donna vittima di violenza, sola o con figli, viene messa in sicurezza e, in parallelo, inizia un percorso sociale per uscire dalla situazione che l’ha portata ad essere nella casa rifugio. I servizi offerti gratuitamente alle ospiti della casa sono la protezione e l’ospitalità d’urgenza, e servizi educativi e sostegno scolastico ai minori.
L’anno scorso le donne ospitate nelle case rifugio nella nostra regione sono state 134 (con 107 figli). Protagonisti nella protezione delle donne vittime di violenza sono i servizi sociali dei diversi Comuni. Nel solo 2024 sono state 1.082 le donne prese in carico dai servizi sociale dei vari comuni toscani, per casistiche legate alla violenza di genere. Sono 26 su 28 gli ambiti territoriali all’interno dei quali i servizi sociali collaborano con i Cav. Durante la presa in carico, e dunque lungo il percorso di costruzione della libertà delle vittime, le donne hanno a disposizione diversi servizi, tra cui il consultorio, i servizi per la disabilità, per la salute mentale, per l’impiego. Importante per aiutare le donne anche il Sistema emergenza urgenza sociale (Seus), attivo in 18 ambiti territoriali su 28. Ogni giorno dell’anno, 24 ore su 24, il Seus fornisce assistenza immediata in situazioni di emergenza-urgenza sociale, personale, familiare o eventi calamitosi. Anche in questo ambito, la violenza di genere ha un triste primato: è qua che si è registrato, tra il 2020 e il 2024, il maggior numero di interventi dell’organismo. Solo nel 2024 gli interventi realizzati dal Seus sono stati 452 nell’ambito della violenza di genere, e 34 nell’ambito della violenza assistita (cioè maltrattamenti su minori).
L’età media delle donne prese in carico è di 40,4 anni. La maggior parte delle prese in carico è stata attivata presso i pronto soccorso e gli ospedali, seguiti dall’attivazione per mano delle forze dell’ordine. Il Rapporto sulla violenza di genere in Toscana riporta anche i numeri della Rete regionale Codice rosa che definisce le modalità di accesso e il percorso sociosanitario delle donne che subiscono violenza di genere. Dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2024, sottolinea il Rapporto, nei pronto soccorso della Regione Toscana si sono registrati 32.820 accessi in Codice rosa. Snocciolati, nel Rapporto, anche i numeri forniti dal Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza (Cria).
Nel periodo 2020-2024, la crescita delle segnalazioni per maltrattamenti in famiglia, abusi sessuali e violenza assistita registrata è stata del 35,7 percento. In numeri assoluti, si passa dai 4.306 casi del 2020 ai 5.844 del 2024. Dei 5.844 minori presi in carico dai servizi sociali, il 64,4 per cento era di cittadinanza italiana, mentre il 35,6 aveva un passaporto non italiano. A fine 2024 erano 4.341 i minori vittime di maltrattamenti in famiglia presi in carico dai servizi territoriali toscani e segnalati agli organi giudiziari. L’incidenza della componente di minori stranieri raggiunge il 36,4 per cento. Cioè più del doppio dell’incidenza degli stranieri minorenni residenti sulla popolazione minorenne della Toscana, incidenza che nel 2024 era pari al 15 per cento.
Il Rapporto, infine, presenta anche i numeri dei Centri per uomini autori di violenza (Cuav). Nel solo 2024 gli autori di violenza di genere in percorso presso un Cuav in Toscana erano 1.155, con un incremento quasi doppio rispetto al 2023. Dei 1.155 uomini, il 71,6 percento era di nazionalità italiana, e poco meno della metà con un’età compresa tra i 30 e i 49 anni. La violenza che porta gli uomini nei Cav ha caratteristiche stabili nel tempo: la percentuale più alte riguardano violenza fisica, psicologica e minacce.
.png?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=acf6763)