Il Tirreno

Toscana

No alla violenza

Libere di essere: ecco la rassegna della Regione Toscana a sostegno del cambiamento culturale

di Barbara Antoni
Un momento dell'evento
Un momento dell'evento

Il presidente Eugenio Giani e Cristina Manetti: «Le donne hanno bisogno di lavoro e indipendenza»

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FIRENZE. Libertà. «Sette lettere che contengono il senso profondo del cammino che stiamo facendo per i diritti delle donne. Come si fa a non parlare di libertà in questo momento storico, abbiamo bisogno di libertà per proseguire il cammino di crescita». Scandisce le parole Cristina Manetti, neo assessora della giunta Giani bis, ideatrice de “La Toscana delle Donne”, manifestazione annuale che promuove i diritti delle donne e la parità di genere, che vuol fare la sua parte nella lotta contro la violenza di genere «su cui dobbiamo battere duramente; non è possibile che ogni giorno ci raggiungano notizie di donne uccise, violentate», dice Manetti.

«La Toscana è una regione all’avanguardia sui diritti delle donne e questa manifestazione ne è prova. “La Toscana delle Donne” è la prima grande iniziativa all’indomani dell’individuazione della squadra di assessori che con me governerà la Toscana – spiega il presidente Eugenio Giani –. Squadra che osserva rigorosamente la parità di genere, con quattro uomini e quattro donne, così come al vertice delle nostre aziende sanitarie e ospedaliere abbiamo pari presenze di uomini e donne. Il progetto “La Toscana delle Donne” è partito con Cristina Manetti, che lo continuerà a portare avanti: non più come capo di gabinetto ma come assessora regionale. E questo la dice lunga sul ruolo che in giunta potrà avere».

Domenica 16 novembre al teatro Verdi di Firenze ha preso il via la quarta edizione del festival, con tre spettacoli di altrettanti artisti: la cantautrice Simona Molinaro, l’attore Edoardo Leo («mi ha colpito che in un’intervista abbia detto “siamo parte del problema” riferendosi al ruolo degli uomini nella violenza di genere», dice Manetti) e la toscanissima Chiara Francini, che ha portato al Verdi un monologo scritto per l’occasione: un racconto di libertà e coraggio dedicato alle donne e al diritto di voto.

Solo l’inizio di un festival denso di eventi, che promuove la cultura come strumento di emancipazione e riscatto per le donne: si dispiegherà su dieci giorni e altre città toscane oltre a Firenze, fino al 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere. «Il tema centrale dell'edizione 2025 de “La Toscana delle Donne” – spiega Manetti al Tirreno – è la Libertà in tutte le sue forme, che è strettamente legata all'indipendenza economica della donna, vista come condizione fondamentale per l'autodeterminazione e per uscire da situazioni di violenza o fragilità».

Libertà, che però per molte donne resta tuttora solo una condizione ideale. «Gli ostacoli principali che permangono riguardano in primo luogo il carico delle attività di cura, con la gestione organizzativa e pratica delle attività nella famiglia, si tratti di figli o di familiari non autosufficienti – è il pensiero di Manetti –. Lavoro e carriera ne sono fortemente condizionati e nonostante gli sforzi fatti, come le azioni sui nidi gratis della Regione Toscana, la conciliazione vita-lavoro continua a ricadere in gran parte sulle donne».

«Un altro tema, spesso sottovalutato – prosegue la neo assessora regionale –, è la violenza economica che limita profondamente libertà e dignità delle donne, ponendo le basi per ogni forma di prevaricazione e rendendo difficile l’uscita da situazioni familiari difficili. “La Toscana delle Donne” lavora su percorsi di libertà che aiutino anche a reinserirsi nel lavoro per ottenere autonomia economica. Infine, la disparità salariale: le cifre sul lavoro mostrano che il ruolo pubblico della donna è tutt’altro che riconosciuto. Si registrano ancora differenze inaccettabili a parità di lavoro».

Sulla genesi de “La Toscana delle Donne”, la sua ideatrice spiega che «è nato come un progetto unico in Italia messo in campo da un’istituzione, la Regione Toscana, per affrontare i diritti delle donne in modo specifico, trasversale alle varie politiche. L'obiettivo era ed è creare un patrimonio per la collettività e un luogo ideale in cui ogni donna possa riconoscersi e trovare momenti di condivisione e scambio di esperienze sul terreno della parità di genere. Non solo un calendario di eventi: ci impegna tutto l’anno. Nei suoi quattro anni, il progetto è cresciuto, arrivando a unire e mettere in rete energie, esperienze, istituzioni, imprese e comunità. Ha saputo toccare i più vari ambiti come la sanità di genere, l'imprenditoria femminile, la cultura, lo sport, la conciliazione vita-lavoro e il sostegno alle donne vittime di violenza. Una crescita finalizzata a promuovere un cambio di mentalità generale quale condizione necessaria per il conseguimento di un’effettiva parità».

E non ultima l’anticipazione che il festival propone sugli ottant’anni dalla prima volta al voto delle italiane. «Un momento fondativo della democrazia italiana - lo definisce Manetti –. Celebrare questa ricorrenza non è solo un atto di memoria storica, ma un invito a riflettere su quanto ancora resta da fare per rendere la parità tra donne e uomini pienamente concreta. Quel voto fu una svolta culturale e un nuovo inizio, conquistato con coraggio e determinazione. L'evento celebra le donne che aprirono la strada, ma guarda anche al presente e al futuro per continuare a costruire una società dove il contributo femminile sia riconosciuto e valorizzato».

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