Chi ha usato il Superbonus può ricevere in questi giorni la lettera dall’Agenzia delle Entrate: come mettersi in regola
I destinatari hanno ancora la possibilità di regolarizzare la situazione
Circa 12mila contribuenti stanno ricevendo in questi giorni una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate relativa al Superbonus 110% e all’aggiornamento delle rendite catastali. L’invio, anticipato all’inizio del mese di ottobre 2025, è iniziato mercoledì 29 ottobre e riguarda chi ha eseguito lavori importanti ma non ha aggiornato il valore catastale dell’immobile.
Non è una sanzione
Le lettere non costituiscono una multa immediata: si tratta di avvisi informativi che segnalano possibili discrepanze tra il valore dichiarato della casa e le spese sostenute per i lavori. I destinatari hanno ancora la possibilità di regolarizzare la situazione aggiornando la rendita catastale o, se lo ritengono, spiegando all’Agenzia perché la loro posizione è corretta.
Chi riceve l’avviso
Questa tranche di comunicazioni riguarda proprietari con rendite catastali molto basse, anche se hanno realizzato interventi edilizi costosi. Già ad aprile era stata inviata una prima serie di 3mila lettere a contribuenti nella stessa situazione. L’aggiornamento della rendita catastale diventa necessario quando i lavori incrementano significativamente il valore dell’immobile, come nel caso degli interventi per migliorare la classe energetica, oggetto del Superbonus.
Il piano dell’Agenzia
L’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate non si fermerà qui:
- 2025: 15mila lettere
- 2026: 20mila lettere
- 2027: 25mila lettere
Col tempo, le comunicazioni coinvolgeranno anche situazioni meno evidenti e più complesse da valutare.
Come rispondere
Chi riceve la lettera può:
- Aggiornare la rendita catastale, regolarizzando la posizione con una sanzione ridotta in caso di ritardo. Questo comporterà un aumento di imposte come IMU, TARI o tributi di successione, ma eviterà controlli più severi.
- Chiarire la propria posizione all’Agenzia fornendo documenti o spiegazioni che dimostrino la correttezza della dichiarazione originale. Spetterà poi al Fisco valutare se queste informazioni siano sufficienti a chiudere la pratica.
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