Il Tirreno

Toscana

Il totogiunta

Regionali in Toscana, il Pd della costa batte cassa da Giani: «Ora vogliamo Franchi assessore»

di Juna Goti

	Cristina Grieco e Alessandro Franchi
Cristina Grieco e Alessandro Franchi

La Federazione di Livorno: un’esclusione sarebbe incomprensibile. Si punta a una delega di peso come quella alle infrastrutture. E così in consiglio entrerebbe Grieco

4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Dopo le elezioni, i politici sono un ciclone di telefonate e trattative, ma chiusi nelle stanze dei partiti: al tavolo si gioca a carte coperte, c’è da decidere assessorati, incarichi, equilibri che incideranno sui territori. Così potrà anche essere letto come rischioso, ma è politicamente forte il gesto del Pd di Livorno, che in un documento approvato all’unanimità dalla direzione territoriale chiede apertamente che nella prossima squadra di governo del rieletto presidente Eugenio Giani ci sia un assessore per la costa. Di più: il partito, senza tanti giri di parole, fa il nome dell’ex presidente della Provincia e segretario in carica della Federazione, Alessandro Franchi, che da capolista è stato eletto in consiglio regionale con 6.605 preferenze.

Nei prossimi giorni i Dem livornesi andranno a consegnare lo scritto di due pagine nelle mani di Giani e del segretario toscano Emiliano Fossi. Il mantra è chiaro: questa volta, nella Toscana a due velocità, la costa non resti a piedi. Abbia un assessore, e con deleghe di peso: su questo non si fanno ora richieste formali, ma è chiaro che le infrastrutture – con la maxi Darsena da varare in porto – fanno gola.

Si legge in alcuni passaggi: «La provincia di Livorno si conferma tra i territori toscani in cui il consenso verso Giani è stato più elevato, in particolare nel capoluogo si registra il maggiore distacco, tra tutti i capoluoghi di provincia, tra il presidente Giani e lo sfidante Tomasi»; il Pd «si conferma primo partito in Toscana con il 34,43 per cento, a livello provinciale con il 31,80 per cento, e con punte significative nei singoli comuni», per esempio «37,84 a Rosignano, 34,22 a Castagneto, 33,92 per cento a Livorno», e così via. Ancora: «Come territorio livornese abbiamo sostenuto il percorso di costruzione della coalizione di centrosinistra, con l’obiettivo di fare della Toscana un laboratorio politico capace di interpretare una nuova fase, anche in vista delle politiche del 2027». E «la costa, in particolare la provincia di Livorno, devono tornare ad avere un ruolo da protagoniste», perché «il nostro territorio è strategico: ospita uno dei principali porti del Mediterraneo, è il cuore di una tradizione industriale che oggi cerca nuove strade per la riconversione e l’innovazione, è una terra di mare, turismo e cultura, di agricoltura di qualità, di paesaggi e riserve naturali da tutelare e valorizzare».

Venendo al punto: «Nonostante gli importanti investimenti promossi e finanziati dalla Regione – dalla realizzazione della Darsena Europa al progetto del nuovo ospedale di Livorno – la costa continua a scontare ritardi strutturali e infrastrutturali e a registrare livelli di crescita più bassi rispetto al resto della regione». La «Toscana a due velocità», scrivono i Dem, «resta una realtà concreta: il divario tra l’area metropolitana e la costa si manifesta in termini di crescita economica, occupazione, qualità dei servizi e opportunità di sviluppo». Quindi «per dare voce alle istanze della costa (...) riteniamo necessaria una forte presenza del Pd livornese a livello regionale e, dopo un lungo periodo di assenza, una rappresentanza qualificata nella giunta».

Una «ulteriore esclusione di Livorno – è l’avvertimento – risulterebbe incomprensibile per i nostri elettori e finirebbe per indebolire l’immagine del partito e delle nostre amministrazioni locali». Il Pd chiede che per «la sua esperienza amministrativa e politica, la conoscenza profonda delle dinamiche territoriali e la capacità di tenere insieme i diversi livelli istituzionali», sia Franchi il futuro assessore.

Nome secco, nessuna rosa. Non sfuggirà che in questo documento i Dem non fanno riferimento al consigliere regionale uscente, il giornalista livornese Francesco Gazzetti, assente due giorni fa alla direzione di casa, ma ufficialmente impegnato al teatro Puccini per la festa di Giani. Nel mese che passerà prima dell’insediamento del nuovo consiglio tutto può ancora accadere, quindi sarebbe un errore darlo completamente fuori dai giochi per la giunta, anche se in molti parlano di un posto per lui negli staff di presidente o assessori. Non gioca a favore di Gazzetti il fatto che nella prossima giunta siano date per scontate già due donne che a questo giro, come lui, non erano in lista per il consiglio regionale: Monia Monni e Cristina Manetti.

In più il Pd prova a blindare Franchi perché in caso di sua “promozione”, in consiglio entrerebbe l’ex assessora regionale alla scuola e provveditrice Cristina Grieco: elemento centrale, considerando che dopo il clamoroso flop del Pd piombinese, la provincia di Livorno avrebbe comunque una doppia rappresentanza. Non solo: se Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto, non dovesse diventare assessore in quota Avs, e Giani volesse pescare tra gli eletti, a Livorno ci sarebbe in pole Diletta Fallani (Europa Verde), ma una mossa del genere farebbe perdere il “posto livornese” al Pd, scatenando un terremoto politico. Nello scacchiere regionale potrebbe invece favorire i Dem della costa il sacrificio che si profila per il partitone pisano, visto che a staccare il biglietto da assessora dovrebbe essere la 5 Stelle Irene Galletti. 


 

Primo piano
La tragedia

Pistoia, muore a 17 anni nello schianto in moto – Chi è la vittima

di Tiziana Gori