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Viareggio, Del Ghingaro punta su Tomei e toglie le deleghe ai tre “ribelli” – La nuova giunta

di Gabriele Buffoni

	Il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro con il nuovo vicesindaco Gabriele Tomei (foto Paglianti)
Il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro con il nuovo vicesindaco Gabriele Tomei (foto Paglianti)

Il nuovo vicesindaco svuota gli incarichi di Alberici, Pierucci e Mei e sembra pronto al ruolo di delfino del primo cittadino alle prossime elezioni

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VIAREGGIO. Mezzogiorno è scoccato da una manciata di minuti quando da piazza Nieri e Paolini viene sganciata "la bomba". Gabriele Tomei - che aveva fatto parte della prima giunta guidata da Giorgio Del Ghingaro come assessore al sociale e poi, durante il suo secondo mandato, era stato fino al 2022 consigliere di maggioranza, oltre che essere socio di Del Ghingaro come senior partner della società VoisLab (società che fornisce consulenza per pubbliche amministrazioni, associazioni e piccole e medie imprese) - è il nuovo vicesindaco di Viareggio, strappando il ruolo a Valter Alberici. Non solo. Come assessore il sindaco gli ha affidato le deleghe ai lavori pubblici (togliendola a Federico Pierucci), all’istruzione, ai servizi socio-educativi per l’infanzia e all’edilizia scolastica (tutti incarichi appartenuti fino a ieri a Sandra Mei, a cui restano solo cultura e tradizioni popolari). Uno schiaffo per i tre assessori da tempo in rotta con il primo cittadino, che da quest’ultimo - secondo indiscrezioni - nemmeno sarebbero stati avvisati del rimpasto.

Il "delfino"

Una mossa a sorpresa quella di Giorgio Del Ghingaro che apre l’ultima fase del suo secondo mandato con uno strappo tale da scatenare un terremoto non solo sui banchi della giunta ma anche tra quelli dell’intera maggioranza, con svariati consiglieri (quelli più vicini ai tre assessori "ribelli" colpiti dal provvedimento) che sembrano essere pronti a migrare nel gruppo misto. Ma che lancia anche un segnale in vista delle prossime amministrative previste in primavera a Viareggio: in molti infatti hanno visto in questa mossa una sorta di "incoronazione" di Tomei come delfino del primo cittadino. Dal momento della sua nomina in giunta le indiscrezioni si sono accavallate: potrebbe essere lui il nome su cui i civici delghingariani sono pronti a scommettere come erede del sindaco, il quale sembrerebbe pronto a correre a sua volta alle elezioni spendendosi in una lista d’appoggio e ambendo a un incarico in giunta nella potenziale prossima amministrazione della città. «L’ingresso di Gabriele Tomei - dichiara Del Ghingaro annunciando il suo arrivo in giunta - rappresenta un valore aggiunto per la nostra squadra di governo. Lavori pubblici e istruzione - prosegue - sono due ambiti centrali per la crescita e la qualità della vita cittadina». Dal canto suo Tomei si dice onorato di «tornare a lavorare per una città che conosco e che amo: mi impegnerò con determinazione per migliorare la qualità degli spazi pubblici, sostenere il sistema scolastico e promuovere una Viareggio sempre più vivibile, sostenibile e coesa».

Lo schiaffo

Ma la nomina di un assessore che ha fatto man bassa di ruoli e incarichi che appartenevano ad altri (e che dunque non è subentrato al posto della dimissionaria Laura Servetti, ex assessora al bilancio le cui deleghe sono in mano al sindaco) ha segnato una rottura profonda nella giunta e nella maggioranza. La "purga" a cui sono stati sottoposti Alberici, Mei e Pierucci potrebbe non solo portare alle dimissioni i tre assessori - già da tempo ai ferri corti col primo cittadino - ma anche a una fuga verso il gruppo misto di alcuni consiglieri a loro legati. Ieri pomeriggio le telefonate e gli incontri non hanno dato tregua ai membri della maggioranza. Nessuna presa di posizione ufficiale, ma voci di corridoio riportano di un clima di tensione, con alcuni consiglieri (dai tre ai cinque) che potrebbero decidere di riposizionarsi. Ma c’è anche l’ipotesi (ancora da non escludere) che la maggioranza possa trovare la difficile strada per compattarsi intorno a Tomei.

Mancano le quote rosa

C’è poi un elemento di non secondaria importanza: le donne in giunta. Senza Servetti e con l’ingresso di Tomei, in una giunta di 8 membri (sindaco compreso) compaiono solo due "quote rosa": troppo poche per rispettare il limite minimo del 40% previsto. In pratica, qualche assessore maschio dovrà presumibilmente lasciare l’incarico. Ed è facile ipotizzare che i due nomi in cima alla lista di Del Ghingaro siano proprio Alberici e Pierucci: resta da capire se si dimetteranno o se sarà il sindaco a rimuoverli. «Dopo le dimissioni di Servetti nessuna donna è stata valorizzata o messa nelle condizioni di assumere ruoli di responsabilità - tuona il capogruppo del Pd Dario Rossi - un segnale pessimo: le donne escluse, i poteri concentrati nelle mani del sindaco e dell’assessore Tomei, la città zittita. Un modo di governare che non ha nulla a che vedere con i principi di parità e partecipazione».

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