Pisa, morta dopo l’iniezione di silicone: l'ipotesi del trattamento clandestino e la rivelazione di un'amica
Mirella Souza, 54 anni, è andata in ospedale a due giorni di distanza dai primi sintomi. La Squadra mobile sta indagando su un nome
PISA. Mirella Souza, 54 anni, è morta all’ospedale di Pisa dopo due giorni di agonia e atroci sofferenze causate da un trattamento estetico illegale con un derivato del silicone. Ai medici del pronto soccorso la trans di origini brasiliane ha dichiarato di essersi iniettata al décolleté, tra il collo e il seno, la sostanza responsabile di altre morti. Il trattamento domiciliare è stato eseguito, come ha raccontato una testimone sentita anche dalla polizia, il giorno prima di Ferragosto. Ma Mirella non avrebbe fatto tutto da sola, si sarebbe rivolta a una “bombardera”, una persona che fa ritocchi estetici senza alcuna qualifica professionale. La sera stessa i primi dolori, poi un calvario. Sabato 16 un’amica l’ha accompagnata al pronto soccorso di Pisa ma ormai la situazione era compromessa. Mirella aveva forti dolori, non riusciva a respirare.
L’amica però le avrebbe suggerito di non raccontare ai medici a verità, cioè che l’iniezione le era stata da una persona arrivata da Roma. A denunciare il caso, chiedendo di fare piena luce sulla vicenda, è stata Regina Satariano, responsabile del consultorio transgenere di Torre del Lago. Sulla sua pagina Facebook, Regina ha invitato a non considerare l’accaduto come un gesto compiuto in autonomia: «Non possiamo pensare che si sia iniettata da sola una sostanza vietata da anni, è impossibile, troppo doloroso». Dietro l’iniezione letale, secondo Regina, conosciuta per innumerevoli battaglie per i diritti, potrebbe esserci la mano di persone che praticano interventi clandestini senza alcuna competenza. Figure note in gergo, come “bombaderos”. «Da oltre 20 anni mi batto per informare coloro che lo somministrano a fermarsi – aggiunge Regina – invece c’è chi continua a farlo con conseguenze devastanti. Il fatto accaduto a Mirella non può passare inosservato. Mirella è morta perché nessuno l’ha consigliata di rivolgersi subito all’ospedale» ha denunciato la responsabile del consultorio transgenere. Il suo appello non è caduto nel vuoto.
«Chiedo che le autorità verifichino quanto è accaduto, l’omertà in questo caso diventa complice di questa morte. Se sarà necessario, se ci sarà un’inchiesta, l’associazione si costituirà parte civile. Chi è a conoscenza di come sono andate le cose lo racconti, aiuti a fare chiarezza, perché certi morti noi le dobbiamo fermare».
La Squadra mobile della questura di Pisa, venuta a conoscenza della storia, ha subito compiuto i primi accertamenti già ieri mattina, cercando riscontri con l’ospedale e i referti del pronto soccorso. Nel pomeriggio poi è stata sentita la testimonianza di un’amica della vittima che avrebbe rivelato nome e cognome di chi avrebbe fatto l’iniezione. La polizia ha informato la procura e in serata la salma di Marcella è stata trasferita dal cimitero di via Pietrasantina a Pisa all’istituto di medicina legale. Il funerale previsto per martedì 26 è stato rinviato. «Sono felice che alcune ragazze brasiliane dopo il mio appello si siano decise a parlare affinché chi ha commesso questo reato paghi. Spero che la storia di Mirella attraverso il suo sacrificio convinca le persone trans a non rivolgersi a chi fa ritocchi estetici a domicilio» secondo l’usanza tipica del mondo sudamericano, che le porta a fare interventi estetici senza alcuna qualifica medica.
In Italia l’infiltrazione di olio di silicone a scopo estetico è vietata ormai da anni, già dal 1993. Ma c’è chi non si ferma e continua a fare questi trattamenti a prezzi inferiori a quelli proposti dai medici estetici. Ma con rischi altissimi per la salute. I finti chirurghi segnano i punti dove va iniettato l’olio di silicone (spesso sostanze industriali) e modellano il corpo, “lavorando” sulla parte che il “paziente” vuole abbellire. Stando ai racconti, c’è chi arriva a iniettare fino 5 litri di olio silicone per glutei e fianchi. Nel caso di Mirella il trattamento concordato doveva essere ai fianchi. Visto che era rimasto un po’ di olio, sarebbe stato esteso anche in una zona molto a rischio, vicino al collo. Così raccontano le amiche della brasiliana morta a Pisa.
Un caso simile è avvenuto a Modena nel 2022 dove è morta una 35enne nel corso di un ritocco estetico al seno. Nel corpo della donna, durante l’autopsia, venne trovato un quantitativo ingente di silicone che sarebbe poi entrato anche in un vaso sanguigno. Il materiale iniettato aveva causato trombi o emboli che avevano portato al rapido decesso della donna. Per questa morte è finita sotto processo una brasiliana che aveva svolto l’intervento di aumento del seno nel l’abitazione della vittima.
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