Mal di cellulare? Giovanissimi sempre più dipendenti (anche in Toscana). I rischi, lo spettro cyberbullismo e i consigli dell’esperta
In Toscana il 67,3% dei bambini e adolescenti utilizza Internet tutti i giorni: «Il grande rischio è riempirsi di contenuti, alcuni anche rischiosi per la salute, che rallentano una crescita sana»
Da una parte c’è la Cina che entro settembre introdurrà lezioni obbligatorie di intelligenza artificiale in tutte le scuole primarie e secondarie, coinvolgendo 200milioni di studenti in tutto il Paese. Dall’altra c’è l’Italia che già dal prossimo anno scolastico – annuncia il ministro Giuseppe Valditara – è pronta invece a estendere il divieto di usare lo smartphone in classe anche alle superiori, scopi didattici compresi. Nel mezzo, ci sono i giovanissimi e i giovani, sempre più dipendenti (e soprattutto sempre prima) di internet e social. È la realtà che racconta uno studio condotto da Save the Children, intitolato “Tempi digitali”, e che fornisce un’analisi dettagliata sulla situazione dell’infanzia, con un focus sull’utilizzo di internet e smartphone dei giovani in Toscana. Ed è da qui che emerge un quadro preoccupante tra presenza massiccia dei preadolescenti sui social media, carenza di competenze digitali, cyberbullismo in crescita e aumento dei rischi legati alle dipendenze da internet.
I dati
In Toscana, il 67,3 per cento dei bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni utilizza internet tutti i giorni e il 61,1 per cento dei giovani utenti toscani si collega con lo smartphone, senza però avere competenze adeguate. Il rapporto evidenzia, poi, un aumento degli atti di cyberbullismo tra gli undici e i tredici anni, con il 13, 2 per cento degli adolescenti toscani che dichiara di essere una vittima (le ragazze sono più spesso il bersaglio dei bulli) . Ma d’altra parte – si legge nel rapporto di Save the Children – l’1,1 per cento dei bambini tra gli undici e i 15 mesi trascorre almeno tre ore (ma spesso sono di più) davanti a uno schermo digitale.
Le conseguenze
«Ansia, isolamento, cali di attenzione, disturbi del sonno. Gli effetti della dipendenza da social nei bambini e adolescenti sono sempre più visibili e pervasivi, anche perché la maggior parte dei ragazzi possiede uno smartphone fin dall’infanzia – spiega Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana e nazionale – . Non si deve tornare indietro, ma è fondamentale aumentare la sicurezza dei social e l’attenzione in merito di genitori e insegnanti». Anche perché, secondo quanto emerge da un recente report dell’Ordine degli psicologi della Toscana redatto intervistando i professionisti della nostra regione – nel 2024 il 68 per cento di loro ha riscontrato un aumento delle richieste di assistenza, soprattutto per ansia (l’87 per cento) , problemi relazionali (l’83 per cento) e dipendenze digitali (il 68 per cento) . In particolare, oltre al già citato abuso di internet e di videogiochi, si fa spazio in modo preoccupante anche il gioco d’azzardo online (il 10 per cento dichiara di avere molti adolescenti che hanno comportamenti problematici legati al gioco d’azzardo online) .
«Scarsa protezione»
«Velocità, precarietà dell’accesso alle informazioni, immediatezza e scarsa protezione. È la realtà dei social network, vissuta in prima persona da bambini e adolescenti, che preoccupa adulti, esperti, insegnanti e genitori – aggiunge Gulino – . Bisogna aumentare la sicurezza, per agire in protezione della salute mentale dei piccoli e degli adolescenti, che non hanno strumenti critici e di autotutela».
«Così tante immagini, suoni, stimoli visivi e auditivi, mediati da contenuti di ogni tipo, possono inquinare la mente, distrarre dagli obiettivi, riempire vuoti, avere esiti non funzionali sulla capacità di attenzione e concentrazione, sul sonno, sull’alimentazione, sul proprio stile di vita tutto da costruire – conclude Gulino – . Il grande rischio è di riempirsi di contenuti, alcuni anche rischiosi per la propria salute, che si depositano e rallentano la crescita sana, la funzionale e sicura raccolta di informazioni per imparare a muoversi a scuola, in famiglia, nelle relazioni con gli altri. Gli adulti devono fare la loro parte, come custodi della salute dei piccoli e degli adolescenti, prestando attenzione a come i propri figli si relazionano con i social, mostrando interesse e alimentando il confronto e lo scambio con loro».