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Toscana

Il delitto

«Mi dai un passaggio?» Poi la furia: così è stata uccisa la guardia giurata. Il rapporto tra i due e i primi indizi sul movente

di Paolo Nencioni

	Il luogo del ritrovamento del cadavere della guardia giurata 45enne 
Il luogo del ritrovamento del cadavere della guardia giurata 45enne 

Firenze: probabilmente il corpo del 45enne non sarebbe stato scoperto così in fretta se il senegalese non avesse perso la testa. Cosa sappiamo di una storia molto confusa

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FIRENZE. Una scheggia impazzita. Questo era diventato negli ultimi giorni il senegalese di 41 anni arrestato lunedì dalla polizia a Ferrara per quella che sembrava una banale tentata rapina e poi diventato, per sua stessa ammissione, il killer di una guardia giurata di Firenze, Federico Perissi di 45 anni.

Il corpo della guardia giurata è stato trovato dalla polizia nella tarda serata di lunedì, sepolto accanto all’Autostrada del Sole all’altezza dell’invaso di Bilancino, nel comune di Borgo San Lorenzo, ed è stato lo stesso senegalese, di cui al momento non è stato reso noto il nome, ad accompagnare la squadra mobile sul posto, indicando dove lo aveva lasciato. «Ho ucciso un collega» avrebbe detto agli investigatori l’omicida, che però collega di Perissi non è. Forse lo ha definito così perché potrebbe aver fatto il buttafuori in qualche locale fiorentino e in quelle occasioni aver conosciuto Perissi, che faceva di solito i turni di notte per l’istituto di vigilanza Coopservice.

Le parole dell’omicida vanno prese con le molle perché, come detto, negli ultimi giorni era in balìa di una vita di eccessi. Lo scorso 5 aprile è stato arrestato dalla polizia a Firenze con una sfilza di accuse: sequestro di persona, detenzione di stupefacenti, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre a estorsione e minacce. In quel sabato sera aveva prelevato a forza un brasiliano di 24 anni da un locale di Novoli, periferia ovest di Firenze, lo aveva caricato in macchina e portato nel parco delle Cascine, poi costretto a prelevare 200 euro da un bancomat prima di lasciarlo andare. Lo accusava di avergli rubato una torcia elettrica nella quale aveva nascosto 18 dosi di cocaina, torcia che effettivamente la polizia ha trovato nella sua auto insieme a una scacciacani inceppata con la quale aveva minacciato il giovane brasiliano. Insomma il senegalese (chi lo ha visto lo descrive come un gigante) è uno dei tanti spacciatori di cocaina che girano nei locali e intorno al parco delle Cascine.

Per quella notte brava è stato messo agli arresti domiciliari, che però evidentemente gli stavano stretti. E qui riprende la sua versione, tutta da verificare. Dice di aver conosciuto Federico Perissi e di aver saputo che la guardia giurata aveva intenzione di prendersi una breve vacanza in Austria (circostanza confermata dai colleghi della vittima). Così gli avrebbe chiesto di dargli un passaggio per lasciare l’Italia e presumibilmente sfuggire a una possibile condanna. Dice che Perissi, comprensibilmente, si è rifiutato di farlo viaggiare con lui e per questo sarebbe nata una lite che si è conclusa col brutale omicidio. La polizia di Ferrara dice che Perissi è stato colpito alla testa con un corpo contundente, forse un’altra scacciacani, e poi finito a mani nude dal senegalese, che poi lo ha sepolto vicino all’invaso del Bilancino. La guardia giurata, celibe e residente a Firenze, era sparita da qualche giorno e non aveva più dato notizie di sé.

Probabilmente il corpo non sarebbe stato scoperto se il senegalese non avesse perso la testa. È salito sull’auto di Perissi e si è diretto verso l’Emilia, ma poco prima di Ferrara, sull’autostrada, ha fatto un incidente e ha abbandonato la vettura proseguendo per qualche chilometro a piedi, fino a quando non è arrivato nel parcheggio di un centro commerciale, dove ha cercato di procurarsi un’altra vettura rapinandola a una donna. Messo in fuga dalle urla di quest’ultima, si è rifugiato in una vicina piscina, dove ha rubato alcuni indumenti e un paio di scarpe prima di essere fermato dalla polizia e portato in Questura. Nel corso della perquisizione lo hanno trovato in possesso di alcune carte di credito intestate a Federico Perissi e probabilmente è stato a questo punto che si è convinto a confessare l’omicidio, sapendo che prima o poi lo avrebbero comunque incolpato dell’uccisione della guardia giurata.

Una storia confusa, che ora dovrà essere verificata, e nella quale potrebbe aver giocato un ruolo anche la droga, se risulterà che il senegalese era sotto l’effetto della cocaina. Il rifiuto di un passaggio verso il confine può forse far nascere una lite, ma si stenta a credere che possa innescare un omicidio.


 

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