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Il caso

Canoni demaniali, le imprese presentano il conto: cosa succede

di Maurizio Campogiani

	Il Tar del Lazio (foto d'archivio)
Il Tar del Lazio (foto d'archivio)

Prime ripercussioni della sentenza con la quale il Tar del Lazio ha giudicato illegittimo l’aumento dei canoni del 2023

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Prime ripercussioni della sentenza numero 13 del 2025 con la quale il Tribunale Amministrativo del Lazio ha annullato l’aumento del 25,15% dei canoni demaniali, relativamente all’anno 2023, che era stato stabilito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e pubblicato con il Decreto-legge numero 104 sempre del 2023.

Come era facile immaginare, le associazioni che raggruppano le società che due anni fa hanno dovuto pagare un importo per canoni demaniali maggiorato rispetto a quello corretto, e che secondo i giudici del Tar doveva essere dell’8,6% e non del 25,15%, hanno deciso di presentare il conto. E non si tratta soltanto delle aziende che fanno parte di Assinterminal e Assonat, le due associazioni di categoria che si erano rivolte ai giudici amministrativi chiedendo l’annullamento di quanto disposto dal Mit.

Proprio in queste ore, infatti, l’Ancip, l’Associazione Nazionale delle Compagnie e Imprese Portuali, ha inviato ai presidenti delle società che la compongono una circolare alla quale è allegato il testo del format con il quale potrà essere richiesto «il rimborso degli importi non dovuti relativi ai canoni delle concessioni (qualsiasi tipologia di concessione, sia l’ex articolo 36 del Codice della Navigazione e sia l’ex articolo 18 della Legge 84/94) a seguito della sentenza del Tar del Lazio, Sezione Quinta Ter».

La circolare

Le aziende associate vengono invitate a copiare il testo predisposto su carta intestata e a inviarlo attraverso posta elettronica certificata all’Autorità di Sistema Portuale territorialmente competente, oppure all’Autorità Marittima per le imprese che non operano in ambito di Adsp. La stessa lettera deve essere inviata in copia, sempre tramite pec, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Adesso bisognerà vedere come intenderà a agire il Mit, anche perché gli importi richiesti rischiano di creare un vero e proprio terremoto nelle Autorità Portuali il cui bilancio si presenta quanto meno risicato. Va infatti considerato che secondo alcune stime le somme da restituire ammontano ad alcune centinaia di migliaia di euro per ciascun ente. Tutti si attendono quindi un intervento del Ministero che però, al momento, non si è ancora pronunciato.

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