Il Tirreno

Prato

L’inchiesta

Prato, una telecamera contro i furbetti dei rifiuti ha incastrato il volontario arrestato per violenza sessuale su due donne disabili

di Paolo Nencioni
Prato, una telecamera contro i furbetti dei rifiuti ha incastrato il volontario arrestato per violenza sessuale su due donne disabili

L’uomo è finito in carcere in seguito alle indagini di polizia municipale e squadra mobile, una delle due vittime ha appena 16 anni

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PRATO. E’ stata una telecamera “e-killer” di Alia, di quelle usate per smascherare chi smaltisce illecitamente i rifiuti, a incastrare un volontario dell’Auser Filo d’argento, arrestato sabato 18 gennaio con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una sedicenne e di una trentenne, due donne disabili che lui, 68 anni, era incaricato di portare a scuola (la ragazza) e in un centro diurno (la trentenne) per conto dell’associazione di volontariato. E’ questo il particolare più singolare dell’inchiesta che ha portato all’emissione dell’ordinanza di custodia in carcere.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, le indagini sul conto del sessantottenne, a differenza di quanto accade di solito, non sono iniziate in seguito alla denuncia di una delle due vittime delle sue attenzioni, ma su segnalazione degli operatori che visionano le immagini delle “video-trappole”, quelle che servono a individuare i furbetti dello smaltimento selvaggio di sacchi e sacchetti. In due occasioni, il 28 novembre e il 5 dicembre, quella telecamera piazzata in una zona isolata ha restituito immagini che non avevano nulla a che vedere coi rifiuti. Vi si poteva osservare un furgone all’interno del quale erano in corso atti sessuali. Al volante sempre lo stesso soggetto, ripreso prima con una donna e poi con l’altra. Per gli agenti della polizia municipale, che sono i primi a vedere le immagini delle telecamere nascoste, non è stato difficile capire a chi appartenesse quel furgone e chi fosse alla guida. Acquisite le informazioni sui trasporti, è poi toccato agli stessi agenti della Municipale, insieme alla squadra mobile della polizia, raccogliere il racconto delle due donne. Sono entrambe gravemente disabili. La ragazza deve essere accompagnata ogni giorno da casa alla scuola media superiore che frequenta, mentre la trentenne viene accompagnata dalla Rsa Villa Magli di Vaiano al centro diurno della cooperativa Cui di Prato.

Stando a quanto riferito, il volontario avrebbe approfittato della condizione di inferiorità fisica e psichica delle due donne per indurle a compiere atti sessuali. La Procura parla infatti di una violenza «mediante induzione».

In una sentenza della Corte di Cassazione del 2021 si spiega che la violenza mediante induzione consiste in «un comportamento attivo di persuasione sottile e subdola» mediante il quale «l’agente spinge o istiga il soggetto che versi nella ricordata situazione di inferiorità fisica o psichica ad aderire ad atti sessuali che, diversamente, non avrebbe compiuto».

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