Il Tirreno

Toscana

Dillo al direttore
La storia a tavola

La muraglia cinese affamò i contadini togliendo loro l’alimento principe: il riso


	L'analisi dell'esperto sul riso
L'analisi dell'esperto sul riso

Un cereale dalle mille proprietà

02 settembre 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Ecco le riflessioni dei lettori pubblicate sull’edizione cartacea di domenica 1 settembre, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci.

“Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.

______________________________________________________________________________

di Ciro Vestita *

Secondo alcuni storici Marco Polo in Cina non ci sarebbe mai stato. Il motivo? Semplice: egli descrive nel suo libro il Milione le tante meraviglie di quel mondo: l'acqua che brucia (il petrolio), la stoffa che brilla (la seta), montagne colorate (Parco geologico nazionale del Danxia cinese di Zhangye), ma mai una parola sulla più grande costruzione che l'uomo abbia realizzato sulla terra: la Grande Muraglia Cinese, ciclopica struttura difensiva lunga ben 10.000 km iniziata nel 200 avanti Cristo e terminata proprio nell'era di Marco Polo. Talmente grande che pare sia l'unico oggetto terrestre che si possa vedere dalla luna ad occhio nudo.

Impossibile che il giovane veneziano, inviato, a suo dire, come esattore negli angoli più sperduti dell'impero dal Kublai Khan non abbia avuto notizia di questa meraviglia, e soprattutto non abbia ascoltato il grido di dolore dei milioni di contadini affamati da questa immensa opera. Questa muraglia, infatti, ha una caratteristica: la cementificazione dei mattoni veniva fatta con poltiglia di riso, una metodica che portò alla fame per secoli quei poveri disgraziati. Il riso infatti era l'unico sostentamento del popolo cinese e lo fu per secoli a venire per tutto l'Oriente. Anche al giorno d'oggi il riso è un alimento pazzesco, sia brillato che integrale.

Il riso brillato o bianco, oltre a dare piatti paradisiaci, è una metodica eccellente per tutte le forme di colite e gastrite; mettere a riposo l'intestino mangiando solo riso bianco per un giorno vuol dire regolarizzare l'alvo, combattere (soprattutto negli anziani) le forme diarroiche, eliminare la flatulenza, dando nel contempo molta energia. Il riso integrale si comporta all'opposto: è un’arma micidiale contro la stipsi; mangiare a iosa riso integrale vuol dire regolarizzare le funzioni intestinali. Cereali simili al riso e ormai scomparsi dalle nostre tavole sono il miglio, l'avena e l'orzo. Il primo è ormai relegato a cibo per canarini.

Peccato perché è un alimento di altissima digeribilità, alimento quindi utile a tutti i soggetti con problemi di gastrite e colite; basta bollirlo dieci minuti e condirlo con una noce di burro per avere un piatto delizioso molto caro soprattutto agli anziani disappetenti. Preziosa anche l'avena che rispetto agli altri cereali ha un merito in più: quello di essere dotata di un blando potere sedativo e calmante; quindi, una zuppa di avena con un filo di olio calma, tranquillizza e soprattutto offre un sonno profondo e salutare; il tutto a costo zero. Ottimo pure l'orzo coltivato per millenni dagli egizi per produrre birra; noi lo useremo invece in zuppe celestiali ricche di fitoestrogeni, molecole utili alle donne in menopausa.

* Medico fitoterapeuta e volto noto di Rai1

Primo piano
Il ritratto

Trovato morto in un dirupo: chi era il pistoiese Alessandro Niccolai e la gita con l’amico prima di sparire nel bosco

di Tiziana Gori e Luca Tronchetti
Sportello legale