Pedaggio in Fi-Pi-Li, la destra approfitta delle liti della sinistra: le proposte alternative
Il presidente della regione Giani: «Stupito dalle parole di Ceccarelli»
Le parole di Vincenzo Ceccarelli, capogruppo Pd in consiglio regionale, confessa il presidente Eugenio Giani davanti alle telecamere di Toscana Tv e al grande schermo dove campeggia l’intervista che il consigliere dem ha rilasciato sulle cronache del Tirreno, «mi meravigliano. Ho detto che sta andando avanti in consiglio un atteggiamento di rinvio, che da settembre scorso non ha portato a concretizzare alcunché. Ceccarelli vuole autoattribuirsi le critiche, ma io non avevo assolutamente criticato il Pd. Avevo detto che il consiglio regionale, per le sue burocrazie e altre priorità, non ha esaminato la proposta di Toscana Strade. Chiederò spiegazioni al gruppo in Regione».
Tutto gira intorno a Toscana Strade
Toscana Strade e superstrada Firenze Pisa Livorno sono il tormentone di questa estate politica toscana. Non fa ballare però, ma agita – e parecchio – partiti e categorie. Giani scalpita: vuol dare la svolta al suo progetto per la creazione di Toscana Strade, società che dovrebbe gestire in toto la FiPiLi, dalle ordinarie manutenzioni agli ampliamenti laddove sia subito possibile e al più ampio progetto della terza corsia. Obiettivo che per il presidente della Regione si può raggiungere solo istituendo il pedaggio per i tir: le risorse su cui la società da sola potrebbe contare non sarebbero sufficienti. Nel dare “la sveglia” al consiglio regionale, Giani ha rincarato: se la discussione su Toscana Strade non decolla è per «resistenze tipiche di fattori corporativi» e perché ci sono consiglieri «condizionati dai ricatti dei Tir», come ha dichiarato al Tirreno. La bomba è scoppiata, con Ceccarelli che ha dato a Giani dell’«ingeneroso, lo abbiamo sempre sostenuto anche in scelte impegnative e impopolari».
L’indomani delle affermazioni di Ceccarelli, se Giani è stupito, il resto del Pd opta per il silenzio. Anche il segretario regionale (e parlamentare) Emiliano Fossi, che dichiara però «nei prossimi giorni intervengo pure io». Dalla quarta commissione regionale (urbanistica), la presidente Lucia De Robertis (Pd, vicina a Ceccarelli) spiega: «Non ho sentito Giani, mi sono confrontata con Ceccarelli. Sottolineo che la quarta commissione è tenuta a dare un parere secondario su Toscana Strade; la competenza è della prima commissione (partecipate). Con Ceccarelli abbiamo deciso di chiedere a Giani un incontro per definire la questione».
L'attacco dell'opposizione
Dall’opposizione piovono critiche aspre. Diego Petrucci, consigliere regionale FdI, sbotta: «Sulla Fi Pi Li servono soldi e idee; da Giani e dal Pd poche idee e molto confuse e zero soldi. Se posso azzardare una battuta, Giani rischia di bloccarsi in FiPiLi. Il Pd toscano ha voglia matta di scaricarlo e dopo il fallimento della sua idea su FidiToscana, la FiPiLi rischia di essere il suo capolinea».
Per Petrucci, «al di là dei lavori straordinari irrimandabili, basterebbe una gestione ordinaria di buon senso per risolvere molte criticità ed evitare iniziative dannose come il taglio dell’erba nelle ore di punta, principale problema da un mese a questa parte. Va fatto in altri orari e se possibile da fuori carreggiata. Idem per le verifiche su ponti e cavalcavia». E aggiunge, «Servono soldi. Dopo quattro anni di annunci, il minimo era avere n piano di costi e un cronoprogramma. Se non si è grado di affrontare la questione da soli, si chieda un confronto col governo. Sull’opportunità di un soggetto adeguato a gestire l’infrastruttura, che non sia la città metropolitana fiorentina si può essere d’accordo. Purché non sia l’ennesimo carrozzone. Serve un piano – conclude – per decongestionare la strada dalla mole di traffico pesante, ma bisogna arrivarci con studi seri e concertazione con sindaci e categorie».
Destra contro il pedaggio
«Giani sbaglia a insistere con l'istituzione del pedaggio per i tir sulla FiPiLi – interviene Marco Stella, capogruppo regionale di Forza Italia –. Il governatore parla di resistenze corporative, che addirittura starebbero influenzando esponenti del suo partito. Qui non si tratta di corporativismo, ma di difesa dell'economia toscana dai danni che il pedaggio produrrebbe sulle imprese di trasporti e sui prezzi delle merci. Non è tassando questo settore che si risolvono i problemi di una strada regionale in cui si sono spese decine di milioni senza che disagi e code siano diminuiti. I trasportatori non sono un bancomat, noi stiamo con loro. Non ci sono strade a pedaggio selettivo in Italia: ci sono seri dubbi di legittimità».