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Dillo al direttore
Le riflessioni

I Paesi democratici non fanno guerre tra loro

I Paesi democratici non fanno guerre tra loro

31 maggio 2024
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Ecco le riflessioni dei lettori pubblicate sull’edizione cartacea di venerdì 31 maggio, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci. “Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.


Un museo a cielo aperto dell’inciviltà

Di recente, mentre tornavo a casa in via Fiorenza, a Livorno, ho avuto l’opportunità di leggere un interessante biglietto scritto a mano, il quale allego a questa email. Nonostante fosse leggermente sgrammaticato, il suo messaggio era chiaro: una palpabile frustrazione per il mancato smaltimento adeguato dei rifiuti. Tra gli escrementi canini, lasciati con nonchalance da quei signori che confondono il marciapiede per un bagno a cielo aperto, e le bottiglie rotte da ubriaconi e vandali che sembrano credere di essere in una versione urbana del tiro al piattello, la nostra bella Livorno rischia di diventare un museo a cielo aperto dell’inciviltà. Suggerisco, con un pizzico di ironia ma una buona dose di serietà, che forse è giunto il momento di intensificare i controlli da parte delle nostre forze dell’ordine. Una multa esemplare potrebbe servire da promemoria per coloro che hanno lasciato le buone maniere a casa. Ma, ancor più importante, è necessario un risveglio del senso civico di ogni cittadino. Dopotutto, chi non vorrebbe passeggiare per una città pulita e accogliente, che possa essere ammirata non solo dai turisti ma anche da noi che la chiamiamo casa?

Walter De Vita


Lo strapotere della destra

Gentile direttore, mi dolgo dello strapotere parlamentare della destra al governo. Di come sia stata possibile una legge elettorale di questo genere, con la firma “rosatellum” made in Pd. Con l’aggiunta della decisione di Enrico Letta di rinunciare ad un apparentamento con M5S... per amor di Draghi! Mauro Benocci I bambini vittime dei conflitti dimenticati Gentilissimo signor direttore, scrivo in occasione della Giornata Mondiale dei Bambini che si è tenuta lo scorso settimana fra lo stadio Olimpico di Roma e Piazza San Pietro per l’Angelus domenicale nella festa della Santissima Trinità. È un bene che sia stata dedicata una giornata ai bambini perché sono il futuro di ogni parte del mondo. Non posso non avere a cuore i bambini che vivono i fatti della martoriata Ucraina, così come quelli che vivono in Terra Santa, ma non dimentichiamoci di tutte le altre guerre sul globo terrestre di cui non sentiamo parlare. Il futuro è nelle mani di tutti, però dobbiamo avere fiducia nelle generazioni future. Con gli attuali mezzi digitali, se vengono usati bene, è possibile fare cose buone ed anche grandi, senza dimenticarsi della carta e penna, mezzi storici che servono prima di ogni altra cosa, sperando in un mondo migliore. Quindi avanti tutta sempre per la strada del bene.

Marco Giraldi


I Paesi democratici non fanno guerre tra loro

Da che mondo è mondo, tra due stati democratici confinanti, che abbiano un conflitto di carattere territoriale, non vi è mai stata una guerra, ma le dispute si sono risolte pacificamente e democraticamente. Diversamente succede quando la disputa avviene tra uno stato autocratico e uno stato democratico. Gli esempi non mancano. La disputa per le isole Falkland, tra Argentina e Inghilterra, la disputa per il Donbass, tra Russia e Ucraina, e quella tra lo Stato di Israele e Hamas. Con le dittature, con le autocrazie, o con le teocrazie, purtroppo il dialogo è impossibile, perché si sentono depositarie della Verità, e la vogliono esportare nel resto del mondo. Ovviamente con la forza militare. Ecco perché è necessario rendere inoffensivo e neutralizzare Hamas, perché la sua azione iconoclasta non si fermerebbe alla distruzione di Israele, ma poi si rivolgerebbe verso il resto del mondo. Che non a caso chiamano infedele, giustificando così la soppressione di coloro che non osservano la loro religione. Come già l’Isis ha cercato di fare. Fabrizio Filippi

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