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La scoperta

Le prime opere di Galileo firmate sotto falso nome, la scoperta di un ricercatore italiano

Le prime opere di Galileo firmate sotto falso nome, la scoperta di un ricercatore italiano

In un documento analizzato da uno studioso la chiave del mistero sull’identità di Alimberto Mauri

28 settembre 2022
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FIRENZE. Un vero Galileo sotto falso nome, prima del canocchiale, prima dello scienziato che la maggior parte di noi conosce; un'opera dalla paternità incerta scritta sotto pseudonimo e una storia complessa di attribuzioni degna di un giallo. A dipanarlo l'abilità quasi investigativa di Matteo Cosci, ricercatore al Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell'Università Ca' Foscari Venezia. Lo studioso ha rinvenuto le prove nei documenti conservati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, che confermano la dibattuta attribuzione a Galileo Galilei del trattato Considerazioni Astronomiche di Alimberto Mauri (1606). La pubblicazione, che all'epoca venne accolta come pseudonima senza che l'identità dell'autore venisse mai accertata, può ora essere confermata come un'autentica opera di Galileo.

La storia è cominciata dalla scoperta, negli Stati Uniti, di alcuni documenti galileiani falsi, fra i quali la lettera di accompagnamento a un presunto "Libro della Considerazione Astronomica" firmata da Galileo. A partire dagli anni Settanta, per rendere ragione della missiva, alcuni studiosi intesero questo documento come una prova a favore dell'attribuzione a Galileo di un'opera controversa, le 'Considerazioni Astronomiche di Alimberto Maur'i. Era questo il titolo di un trattato che era stato accolto come un'opera pseudonima e del quale si era sospettata una paternità galileiana fin dalla sua pubblicazione nel 1606. A fare definitavamente luce sulla vicenda è stato Cosci, che ha individuato rilevanti riferimenti tra i manoscritti catalogati come "Gal. 42" alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

Fra questi, i "Frammenti e primi abbozzi relativi al trattato galileiano "Delle cose che stanno su l'acqua", che comprendono note di lavoro relative a periodi e temi diversi, come alcuni riferimenti all'interpretazione della cosiddetta "stella nova" del 1604 in disaccordo con l'interpretazione datane all'epoca dal filosofo fiorentino Lodovico delle Colombe. Queste carte erano state raggruppate con altre che avevano lo stesso avversario polemico, ma non il medesimo oggetto di disputa. Cosci le individuate mentre procedeva a raccogliere tutte le note manoscritte di Galileo relative alla disputa sulla stella nova. Precedenti schedature di questi documenti già informavano che si trattasse certamente di note autografe e indirizzate contro il Delle Colombe. Al tempo stesso però queste note non furono mai considerate così rilevanti da venire incluse nell'edizione nazionale delle opere di Galileo, tanto da risultare fino ad oggi inedite. Il fatto dunque che Galileo si consideri attaccato là dove si attacca Alimberto Mauri conferma che Alimberto Mauri fosse lo pseudonimo di Galileo Galilei. In altre parole, è Galileo stesso a confermarci in questa sua nota privata di essere l'autore dietro lo pseudonimo.

Nel complesso, dunque, i documenti autografi rinvenuti da Matteo Cosci risultano ad oggi l'unica evidenza documentaria autentica in favore dell'attribuzione delle Considerazioni Astronomiche a Galileo. Galileo in quegli anni lavorava a Padova con un salario ormai non più confacente al mantenimento di sé e della sua famiglia. Pertanto, come già era stato ipotizzato dallo studioso canadese Stillman Drake, si può dire che Galileo ricorra a quest'opera per cercare patrocinio al di là della Repubblica di Venezia e in particolare a Roma, dedicando il trattato al tesoriere del Papa. Ma in quegli anni Roma è ai ferri corti con Venezia - siamo in piena "guerra" dell'Interdetto - ed ecco perché non sarebbe stato consigliabile apporre il proprio nome, nero su bianco, sul frontespizio di un'opera destinata al nemico pubblico.

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