Il Tirreno

A tavola con noi
A Guardistallo

Alla Locanda Le Giunche nasce il gin toscano dei fratelli Rocchi: timo, rosmarino, camomilla e un’etichetta d’autore

di Maria Meini
La bottiglia decorata a mano dal designer Mario Managò Pini
La bottiglia decorata a mano dal designer Mario Managò Pini

Il liquore nasce in collaborazione con la distilleria Morelli di Pisa: «Abbiamo voluto offrire qualcosa in più della nostra terra agli ospiti»

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Sono partiti dai prodotti della terra, lavorati artigianalmente; dalla gastronomia sono passati all’accoglienza, con la locanda di charme Le Giunche, sulle colline di Guardistallo; e ora hanno debuttato nel mondo dei distillati con un liquore che sa d’Inghilterra ma profuma di Toscana. Loro sono i fratelli Rocchi, Alessio e Riccardo, cecinesi, alla guida della locanda Le Giunche e della società che porta il loro nome di famiglia: Fratelli Rocchi snc.

«Dal legame e dalla tradizione tramandata dai nostri nonni - spiegano - dalla terra e la passione per la cucina è nata la nostra bottega, piena di prodotti che ci riportano ai sapori autentici di quando eravamo bimbi, grazie a quelle ricette scritte dalla nostra nonna, sul quadernino a fiori pieno di patacche».

Ora il debutto con un gin realizzato a base di erbe aromatiche coltivate al sole: timo, rosmarino e camomilla. L’etichetta, illustrata a mano dal designer Mario Managó Pini, rende ogni bottiglia unica e numerata, in edizione limitata. «Un sorso che racconta tradizione, natura e amore per la Toscana...»

Ma Alessio Rocchi tiene a precisare che «il gin nasce da una collaborazione con la distilleria Morelli di Pisa. Mario Managò Pini, cultore della bellezza, con il quale abbiamo già collaborato, ci ha realizzato un’etichetta personalizzata. Non abbiamo creato niente che non ci fosse già, abbiamo voluto offrire qualcosa in più della nostra terra agli ospiti della locanda, ai quali proponiamo un’esperienza immersiva». Un gin che profuma di erbe aromatiche della Val di Cecina.

Ma perché fare un gin toscano? Il gin è un distillato che deve il suo gusto alle bacche di ginepro, un’evoluzione della bevanda “medicamentosa” detta Jenever, liquore tradizionale a base di ginepro nato in Olanda e Belgio nel Medio Evo. Le bacche di ginepro furono scelte perché avevano caratteristiche curative, per malattie come la gotta e la dispepsia. Poi gli inglesi, che ne sono deventati cultori e primi produttori, hanno abbreviato il jenever in gin. Usato contro la malaria per nascondere il sapore amaro del chinino, o per infondere coraggio in battaglia ai soldati nella guerra dei Trent’anni... oggi il gin è un distillato usato soprattutto per i cocktail, dal celeberrimo gin tonic al Gimlet fino al Tom Collins.

Loro, i Rochi, l’hanno declinato all’etrusca, nelle terre che hanno visto l’ascesa dei principi guerrieri da Casale Marittimo a Volterra, nella dolce Val di Cecina dove si trova la loro locanda.

Qui arrivano clienti da tutto il mondo, italiani del nord Italia ma soprattuto stranieri, dai ciclisti americani che percorrono la Toscana sulle due ruote, agli australiani, europei... «Noi raccontiamo ai nostri ospiti il cibo, il vino, la bellezza e le abitudini della Toscana - dice Alessio Rocchi -. Usiamo prodotti a metro zero, dei produttori nostri vicini. In inglese e tedesco spieghiamo il perché di certi piatti, dalla pappa al pomodoro alla trippa. Il nostro obiettivo è quello di far vivere una esperienza “totale” che racconti e faccia assaporare la nostra terra».
 

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