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A Cascina Amanda Sandrelli è la grande Artemisia, sul palco un’intervista impossibile: «Vi spiego perché abbiamo scelto lei»

di Sabrina Chiellini

	Amanda Sandrelli
Amanda Sandrelli

Dialogherà con il professor Adriano Fabris alla Città del Teatro

18 maggio 2024
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CASCINA. La giornata finale di “Art view le donne nell’arte”, domani 19 maggio alla Città del Teatro di Cascina, sarà dedicata ad Artemisia Gentileschi, pittrice italiana del XVII secolo, considerata una delle più importanti artiste femminili del periodo barocco. Artemisia è nota soprattutto per le sue intense rappresentazioni di donne forti e potenti, spesso ispirate alle sue esperienze personali di violenza e oppressione. Dopo il reading “Con gli occhi di Artemisia” di Marco Antonio Bazzocchi e Marinella Manicardi, la grande pittrice sarà protagonista (alle 18,30) di una “intervista impossibile”. L’attrice Amanda Sandrelli interpreterà Artemisia intervistata dal professor Adriano Fabris, presidente della Società Italiana di Filosofia. Un’occasione, grazie alla drammaturgia di Daniela Morelli, per approfondire la vicenda artistica e umana della pittrice attraverso una riflessione che prova a far emergere una possibile voce dell’artista. Amanda Sandrelli e Cira Santoro, direttrice artistica della Città del Teatro ci parlano di questo progetto.

Come è nata la collaborazione con il Festival di Cascina?

Sandrelli: «Mi ha contattato Cira Santoro mandandomi il testo di Daniela Morelli e l’idea dell’intervista impossibile fatta dal professor Fabris, mi è piaciuto il testo e ho incontrato autrice e professore per conoscerci e leggerlo, cosi è nata una bella collaborazione che spero possa continuare».

Santoro: «L’idea di un’intervista impossibile in realtà è nata dalla relazione che la nostra Fondazione sta costruendo con l’Università di Pisa che già da tempo si sta dedicando, in un interessante intreccio tra scienze umane e tecnologie informatiche alla figura di Artemisia e all’esplorazione della sua opera attraverso i canoni della filosofia. L’intervista impossibile si connette, infatti, a un esperimento presentato durante il Festival in cui a delle ipotetiche domande sottoposte ad Artemisia hanno risposto una drammaturga, Dada Morelli, la stessa che ha scritto l’Intervista impossibile, e l’Intelligenza Artificiale. L’intervista immagina un dialogo tra filosofia, arte e teatro, questa volta senza tecnologia».

Come si sente a interpretare un’artista come Artemisia Gentileschi e come si è preparata per “entrare” nel personaggio?

Sandrelli: «Trattandosi di una lettura “entrare “nel personaggio è un po’difficile, è qualcosa che avviene durante le prove in uno spettacolo, prove che durano almeno un mese e che servono a far passare il personaggio dalla testa al corpo. In una lettura si studia più che altro, conoscevo già Artemisia ma ho letto altro e parlato con l’autrice e il professore ma soprattutto mi fido e mi affido al testo a cui cercherò di dare corpo per restituirlo al meglio al pubblico».

Perché tra tante donne che hanno cambiato la storia dell’arte è stato scelto di realizzare un’intervista impossibile con Artemisia?

Sandrelli: «Artemisia è una delle poche donne che sono riuscite a esercitare un mestiere che all’epoca era riservato agli uomini, ma con limitazioni forti e pagando un prezzo alto; è una storia molto interessante la sua e può aiutare a capire perché ci sono così poche donne nella storia dell’arte, argomento spesso usato dai misogini per screditare le capacità femminili non tenendo conto delle opportunità che erano tutt’altro che pari e ancora oggi abbiamo un ministero apposito, anche se molta strada si è fatta».

Santoro: «Artemisia Gentileschi è una grande pittrice che merita di essere conosciuta per la sua arte e il suo pensiero e non per la sua vicenda biografica. Inoltre, la presenza di una delle sue più importanti tele a Palazzo Blu a Pisa, ci ha permesso di cominciare quel dialogo tra arte visiva e teatro che è uno degli obiettivi del Festival».

Quanto è attuale il messaggio di Artemisia Gentileschi?

Santoro: «Non so se si può parlare di un messaggio nel caso di Artemisia, spesso si incorre nell’errore di leggere la sua opera alla luce della sua vicenda biografica, ciò che è certa è che la sua rappresentazione del femminile è ancora molto viva e parla al pubblico contemporaneo, con immagini di donne bellissime e forti».

L’intervista impossibile a quale pubblico si rivolge?

Sandrelli: «Direi a tutti. Chi frequenta il teatro è curioso e abituato a una visione aperta e multidisciplinare, da molto tempo, a mio parere, il teatro si è aperto a mise en espace che coinvolgono la musica, la filosofia, la letteratura, la danza, l’arte figurativa. Ho fatto molte esperienze di questo tipo e ogni volta sono felice di approfondire o a volte scoprire tante meraviglie che gli artisti ci hanno regalato nei secoli, e poi di restituirle al pubblico attraverso il linguaggio teatrale, quello che preferisco».

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