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Dal rigore si giudica un giocatore, i nostri Holly e Benji baby campioni toscani

di Alessandro Lazzerini
il portiere del Livorno Danko Ciobanu (foto Silvi), Jacopo Seghetti estremo difensore dell’Empoli e Luca Marianucci centrocampista azzurro
il portiere del Livorno Danko Ciobanu (foto Silvi), Jacopo Seghetti estremo difensore dell’Empoli e Luca Marianucci centrocampista azzurro

Seghetti e Marianucci protagonisti con l’Empoli, Ciobanu con il Livorno

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Sogna, ragazzo, sogna. Dal rigore (a volte) si giudica un giocatore. Sogna Jacopo. Diciannove anni e i suoi guantoni sul rigore di Ranieri, da San Miniato alla copertina della Coppa Italia. Sogna Luca, esterno a tutta fascia catapultato tra i grandi da mister D’Aversa, dalle Sorgenti, quartiere di Livorno, ai grandi stadi italiani. Freddo come un ghiacciolo dal dischetto del Franchi. Sogna Danko, da Portoferraio, dalla scuola calcio di Capoliveri, a eroe per un giorno a Livorno. Il suo istinto, la sua firma, sul successo amaranto ai rigori in Coppa Italia di Serie D che vale i quarti di finale. C’è tutto della Toscana: l’entroterra, la costa e la nostra isola più celebre. Allora i maestri Vecchioni e De Gregori ci perdoneranno se, per un attimo, solo un attimo, cambiamo i versi dei loro capolavori.

Holly e Benji

Nello storico cartone animato giapponese erano un portiere e un attaccante. L’estremo difensore c’è anche stavolta, mentre l’altro è un esterno che però sul dischetto si è presentato con la freddezza da numero nove d’altri tempi. Jacopo Seghetti e Luca Marianucci, 2005 uno e 2004 l’altro, la solita faccia giovane dell’Empoli che ogni volta cambia per rimanere sempre la stessa, per identità e filosofia. Il portiere di San Miniato è stato decisivo anche nei 90’, prima con un miracolo su Beltran e poi su Kean, due grandi interventi a dire no agli attaccanti viola.

Quindi ai calci di rigore, respingendo il tiro incrociato di Ranieri e ipnotizzando l’ex Juve che dal dischetto ha sparato alto. Marianucci, invece, ha salvato un gol a porta vuota di Sottil, ha battagliato col figlio d’arte e si è portato a casa altri novanta minuti da protagonista, dopo le belle prestazioni contro Benevento e Torino e l’esordio in A col Como. E poi la freddezza dagli undici metri. Terraciano da una parte e palla dall’altra per la gioia dei tanti amici livornesi arrivati in tribuna al Franchi.

L’emozione

«È stato bellissimo - ha dichiarato Seghetti nel post gara -. Il merito non è solo mio, voglio condividere il successo con tutta la squadra. Avevamo preparato anche l’ipotesi dei rigori, li avevo studiati, ma non mi aspettavo che si arrivasse davvero a quel momento».

Il mago Danko

Già, i rigori. Un momento in cui tanti portieri si esaltano. Toldo in Olanda, Dudek a Istanbul, Donnarumma agli ultimi Europei, tanto per fare qualche esempio nella mente di tanti appassionati del pallone. Quei dieci minuti in cui il mondo intero resta fuori dalla mentre di un estremo difensore. L’obiettivo è solo uno: respingere il pallone e prendersi la gloria. Quella che si è regalato Danko Ciobanu, portiere classe 2005, nato a Capoliveri da genitori moldavi che si sono innamorati dell’Isola d’Elba mentre cercavano lavoro in Italia.

Al 93esimo della sfida degli ottavi di finale di Coppa Italia Serie D a Gavorrano, il tecnico amaranto Paolo Indiani, altro toscano, di Certaldo, ha tolto il livornese doc Filippo Tani, per inserire Ciobanu.

«In settimana lo avevo visto meglio sui rigori», ha confessato a fine partita il Mago. Detto, fatto. Il metro e 93 di Danko si è rivelato fondamentale per respingere le conclusioni di Souarè e Morelli e regalare al Livorno i quarti di finale. «Avevo una bottiglietta con i nomi dei rigoristi scritti - ha svelato Ciobanu - e gli appunti su dove avrebbero calciato. Quando però ho visto che non stava andando bene (i primi quattro tutti a segno, ndr) , ho deciso di cambiare e puntare tutto sull’istinto come avevo sempre fatto. È andata alla grande».

L’istinto

Il guizzo decisivo. Quello del ds Roberto Gemmi e di mister Roberto D’Aversa che in estate hanno bloccato i prestiti di Seghetti e Marianucci perché "ci hanno visto dentro" o quello di Indiani negli attimi finali del recupero per gettare Ciobanu nella mischia. Assist degni del miglior Iniesta per i sogni di questi bimbi. Figli di una Toscana che tifa per loro.

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