Calcio: Serie B
Edoardo Bove e il bivio diagnostico: miocardite o malattia congenita? Gli esami da fare, i tempi e l’ipotesi per tornare in campo
La consistenza di una cicatrice sul muscolo cardiaco potrebbe essere determinante per stabilire se sia necessario un defibrillatore sottocutaneo
FIRENZE. In campo e sugli spalti tifano per lui. «Non volevi la maglia, eccoti lo striscione, ti aspettiamo», c’è scritto sul lungo lenzuolo bianco che impugnano i compagni a centrocampo prima del fischio di inizio. «Torna presto Edo, ti vogliamo bene» risuona al Franchi anche la voce un po’ arrochita dalla commozione dello speaker della Fiorentina. Una speranza che potrebbe venir fiaccata dalle prossime diagnosi. Non è affatto detto infatti che Edoardo Bove riuscirà a tornare a giocare in Serie A.
L'ipotesi clinica
Ieri il centrocampista dei viola ha trascorso un’altra buona giornata. Martedì sera del resto era uscito dalla terapia intensiva ed era stato trasferito nella cardiologia di Careggi, ma i medici gli hanno comunicato un’ipotesi clinica che, se fosse confermata, metterebbe fine alla sua carriera in Italia, e cioè la possibilità che dopo la fibrillazione che lo ha fatto crollare a terra nei primi minuti di gara con l’Inter procurandogli un arresto cardiaco potrebbe dover impiantare un defibrillatore sottocutaneo.
Non è una certezza, ma finora tutti gli esami svolti sul suo cuore lo rendono uno scenario concreto. Tanto che lui avrebbe chiesto anche di poter fare ulteriori accertamenti per capire quali margini ci siano per evitarlo. Nel nostro Paese il regolamento nega l’idoneità sportiva a chi porta un dispositivo come quello, mentre è accordata in Inghilterra. La Premier League non a caso è stata scelta da Christian Eriksen dopo il malore accusato agli Europei del 2021.
Il bivio diagnostico
C’è dunque un bivio diagnostico di fronte a Bove: quello che stabilirà se la causa del malore siano gli strascichi di una miocardite avuta anni fa o gli effetti di una malattia cardiaca congenita, simile a quella che non lasciò scampo a Davide Astori. E potrebbe essere dirimente per il suo futuro. Si sa che il 22enne romano è arrivato vivo a Careggi grazie alla tempestività dei soccorsi, in particolare del medico e dei sanitari della Fratellanza Militare che lo hanno assistito in campo e defibrillato in ambulanza nel percorso verso l’ospedale dove è arrivato già a cuore battente; e si sa anche che il giocatore ex Roma circa due anni fa ha avuto una miocardite virale, una malattia che di solito lascia una cicatrice sul muscolo cardiaco. La consistenza di quella cicatrice potrebbe essere determinante per stabilire se sia necessario un defibrillatore sottocutaneo. La risonanza eseguita lunedì l’avrebbe individuata ma da sola non basta a stabilire se abbia scatenato la tachicardia ventricolare con torsione di punta che ha rischiato di togliergli la vita. Se a innescarla fosse stata in realtà una miopatia miofibrillare di origine ereditaria simile a quella che aveva Astori, allora non ci sarebbero dubbi: anche quel tipo di malattia lascia segni sul cuore, ma diversamente dalle miocarditi non offre possibilità di recupero, Bove dovrebbe impiantare il defibrillatore sottocutaneo. Per questo verrà sottoposto a nuovi approfondimenti. Ieri sono arrivati nei laboratori di Careggi i campioni necessari a svolgere i test genetici che stabiliranno quale dei due rami del bivio imboccherà il suo futuro. Potrebbero servire anche mesi per avere i risultati. Oltre al sequenziamento dei geni specifici per le cardiomiopatie, bisognerà ricostruire se nell’albero genealogico ci sono parenti che abbiano avuto patologie cardiache.
L’amore del Franchi
Ieri Bove ha guardato la Fiorentina giocare con l’Empoli in tv ed è stata un’altra giornata in cui da tifosi e mondo del calcio è arrivata un’ondata di affetto. Al Franchi la tifoseria ha inscenato una coreografia col numero 4, il suo, sugli spalti molti gli striscioni «Forza Edo» e nel pomeriggio perfino i compagni lo avevano incitato. Uno su tutti Dodo, che ha postato una preview di Fiorentina-Empoli, con la maglia numero 4 di Bove e la scritta: "Per te fratello", come a dire che i viola sarebbero andati in campo per il proprio compagno di squadra.
Non solo. I club della Curva Fiesole hanno avviato un'iniziativa benefica: proprio poco prima della gara di Coppa Italia, oltre ad una coreografia, hanno avviato nei settori di Curva Ferrovia e Tribuna una raccolta fondi destinata all'acquisto di defibrillatori per impianti sportivi del territorio fiorentino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA