La guida
Antenna 5G, dopo Treggiaia scoppia un altro caso in Valdera. E finisce subito in tribunale
No di Soprintendenza, Comune di Capannoli e Suap dell’Unione. Inwit fa ricorso al Tar per ottenere il via libera all’intervento legato al Pnrr
PONTEDERA. Mentre sul fronte di Treggiaia, nel comune di Pontedera, Inwit sta proseguendo con l’operazione per presentare i documenti relativi all’installazione dell’antenna 5G in un terreno alternativo a quello di fronte al santuario della Madonna di Ripaia, in Valdera scoppia un altro caso legato a un dispositivo per la telefonia mobile di ultima generazione per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). A Santo Pietro Belvedere, nel territorio comunale di Capannoli, infatti, proprio Inwitt vorrebbe installarne un altro, oltre a quello di Treggiaia. Solo che nel Comune guidato dalla sindaca Arianna Cecchini, ha ricevuto i no da Soprintendenza e amministrazione comunale, con lo Sportello unico per le attività produttive (Suap) dell’Unione Valdera che ha posto il diniego. Così, la società, che ha vinto l’appalto a livello nazionale per le antenne 5G legate al Pnrr, ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) per annullare proprio il provvedimento del Suap di via Brigate Partigiane.
Tre no
Le vicende sembrano uguali, ma non lo sono. A Treggiaia il terreno dove Inwitt avrebbe voluto installare l’antenna è di proprietà della diocesi di San Miniato e, in quel punto esatto, non ci sarebbero vincoli da rispettare. Tanto che la Soprintenza non è stata chiamata in causa durante l’istruttoria per l’autorizzazione che l’Unione Valdera ha concesso. A Santo Pietro, invece, il terreno è di proprietà del Comune ed è stata interpellata la Soprintendenza, alla luce della probabile presenza di vincoli in quella determinata area. Entrambi gli enti hanno dato parere negativo a cui è seguito quello del Suap.
Mancati pagamenti
Ma in questa vicenda c’è di più, e lo spiega Arianna Cecchini: «Quando ci è stata presentata la richiesta abbiamo fatto presente che in quella zona non sono previste installazioni, secondo il piano delle antenne di cui è dotata la nostra amministrazione comunale». Anche a Treggiaia non sono previste in quel punto di fronte alla chiesa, ma trattandosi di un terreno privato, l’operazione è andata avanti, facendo infuriare la popolazione del paese. La sindaca di Capannoli aggiunge che «il Comune ha proposto zone alternative a Inwitt, in base alle direttive del piano delle antenne. Abbiamo chiesto di incontrarci per trovare una soluzione che fosse meno invasiva possibile. Ma ogni tentativo non è andato a buon fine. Tra l’altro, sempre secondo Cecchini, ci sarebbe un problema aggiuntivo: «Inwit ha già antenne nel nostro territorio. Ma non paga i canoni d’affitto stabiliti. Anche per questo abbiamo chiesto d’incontrarci, senza però ricevere risposte che potessero indirizzare la vicenda verso un esito positivo. E a quel punto abbiamo cercato di bloccare anche l’intervento per l’antenna 5G».
Rispetto dei tempi
Tutta un’altra storia rispetto a quanto sta accadendo a Treggiaia, dove i residenti sono in contatto con società, proprietari dei terreni alternativi al santuario e Comune di Pontedera.
Dopo l’accordo di massima, ci sono stati sopralluoghi e richiesta di dati tecnici agli uffici di Palazzo Stefanelli, con l’obiettivo di presentare la documentazione entro l’inizio di gennaio. A quel punto, secondo le necessità di Inwit, Comune e Suap dell’Unione Valdera dovrebbero svolgere le pratiche per arrivare all’autorizzazione entro, al massimo, la fine di febbraio. Così da far partire il cantiere poco dopo e concludere tutto secondo i termini degli interventi in fatto di telefonia mobile legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza: giugno del prossimo anno.
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