Pontedera, una maxi antenna 5G davanti al santuario: come è stata possibile l’operazione a Treggiaia? – La spiegazione
Gli abitanti della frazione collinare alle porte della città insorgono: «Non si deturpa così il paesaggio». E spunta anche il nome di don Armando Zappolini
Un’antenna per la tecnologia 5G in uno dei punti più panoramici della Valdera, a fianco a un monumento ai Caduti e di fronte al Santuario di Ripaia. Non è un progetto ma un’opera che sta viaggiando spedita. E che ha fatto arrabbiare il paese di Treggiaia dove da tre giorni non si parla d’altro. Venerdì 17 ottobre la prima riunione con un folto gruppo di residenti vicino al cantiere (nelle foto), con Matteo Bagnoli e Nicolò Stella, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia che hanno chiesto una seduta aperta all’amministrazione guidata dal sindaco Matteo Franconi.
Opposizione
L’idea dei paesani è opporsi legalmente, chiedere al Comune una sospensione dell’intervento e alla Curia di partecipare a un incontro in cui spiegare i motivi che tutti reputano un’offesa alla comunità e uno scempio al luogo del cuore non solo di Treggiaia. Ma delle moltissime persone che qui si sono sposate, hanno battezzato i figli e sono saliti per respirare quell’aria di pace che solo dai colli in mezzo alla natura si può vivere. E per opporsi a decisioni calate dall’alto, c’è chi propone di fare barricate nel vero senso della parola.
Difesa della Chiesa
Il committente è la Inwit (con Vodafone alle spalle) che ha trovato l’accordo con l’istituto Sostentamento del Clero della Diocesi di San Miniato, presieduto da Rosario Salvaggio e di cui il parroco don Armando Zappolini è il vice. Di fatto è un accordo fra privati nell’ambito del programma del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per le comunicazioni. «Non potevamo fare altro – dice Salvaggio – perché si tratta di un’opera di pubblica utilità. Avevamo proposto altre zone, ma è stata scelta questa perché più strategica. L’alternativa sarebbe stata l’esproprio. E noi, in pratica, siamo stati costretti ad accettare. Il Comune, comunque, ha dato le autorizzazioni».
Le ragioni del Comune
Proprio da Palazzo Stefanelli dicono che nel piano delle antenne, Ripaia non era compresa. Ma che per la semplificazione imposta dal Governo per queste operazioni, si va in deroga ai regolamenti comunali. «L’autorizzazione all’installazione dell’antenna Pnrr di Treggiaia ha finito per essere un atto amministrativo dovuto per gli effetti della legge approvata nel luglio 2024 che va in deroga alle previsioni comunali», dice l’assessore all’ambiente, Alessandro Puccinelli che aggiunge: «Ci faremo inoltre promotori di una richiesta alla Sovrintendenza per chiarire quali sono gli effettivi vincoli sull’area».
La rabbia del paese
Intanto, però, Treggiaia si sente tradita. Sia dalla Chiesa che dal Comune. Ok l’accordo fra privati. Idem per il “sorvolo” delle competenze. Ma c’è anche un tema di opportunità e trasparenza. Ivaldo Salvadori e sua moglie Simonetta sono la coppia che porta avanti il Santuario e la parrocchia in generale. E per loro la delusione è enorme. «Mai avrei immaginato di vedere una situazione del genere – dice l’uomo –. Non siamo stati mai interpellati per questo. Quando dai tutto te stesso per portare avanti la gestione della chiesa, la delusione è enorme quando si vedono cose simili. È inutile insegnare ai bambini di tenere di conto dei luoghi di culto se poi ci si comporta così». L’ex membro della consulta, Giacchino Bellone, invece, dice che «il terreno è della Chiesa. Sapevamo dell’intenzione di realizzare un’antenna, ma avevamo concordato che saremmo stati avvisati. Il problema è l’assenza della politica e di un impatto pazzesco su questa zona per progetti come quest’antenna e il parco agrivoltaico che voglio costruire nei dintorni dei Fabbri».
La paura per la salute
In molti sollevano il problema legato alle emissioni e l’impatto sulla salute, visto che nella zona abitano una decina di famiglie. E l’architetto Riccardo Gonnelli si chiede come sia stata coinvolta la Soprintendenza: «Credo abbiamo fatto perizie anche sull’impatto ambientale dal punto di vista idrogeologico, ma credo serva un’azione legale nei confronti di Regione e Comune. Politici si sciacquano la bocca con il paesaggio da Ripaia. E poi trattano così questa zona».