Pontedera, colonscopia robotica senza dolore: «Vantaggi per pazienti e medici»
Parla il dottore che ha inaugurato il “bruco” al San Giuseppe di Pontedera
PONTEDRA. Eseguita a Pontedera la prima colonscopia robotica da Giuseppe Luperi, chirurgo e proctologo di grande esperienza: sono circa 30mila infatti le colonscopie effettuate dal medico fino ad oggi.
A lui l’onore e l’onere di inaugurare al poliambulatorio della Misericordia in piazza Garibaldi l’innovativo metodo del “bruco”, sviluppato da Endotics, azienda spin-off della Scuola Sant’Anna, presentato un mese fa nel corso di una conferenza stampa, che garantisce al paziente la possibilità di indagare il proprio intestino senza provare alcun dolore, senza correre rischi di perforazione e contaminazione, e senza doversi sottoporre a narcosi.
Più onore che onere in verità, giacché la tecnica robotica si rivela essere un sistema diagnostico molto più semplice anche per il medico che la esegue: «È stata la prima volta per me– racconta Luperi– nella mia carriera, di colonscopie ne ho eseguite tante ma questo metodo non avevo ancora avuto l’occasione di sperimentarlo, e devo dire che è stata un’esperienza molto più tranquilla, in primis per il paziente, ma questo di conseguenza aiuta molto anche il medico che riesce così a concentrarsi meglio sulle immagini. Inoltre, per l’operatore il sistema robotico è certamente preferibile perché consente di stare comodamente seduti muovendo un semplice joystick e riuscendo in questo modo a svolgere l’esame con maggior attenzione e meticolosità».
Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2022 in Italia è morta una persona ogni ventidue minuti di cancro al colon. Il dato incoraggiante tuttavia è che nella quasi totalità dei casi il tumore dell’intestino ha un decorso molto lento, il polipo da cui ha origine impiega molti anni prima di trasformarsi in un cancro in stato avanzato.
Quindi la colonscopia è indubbiamente il sistema di prevenzione più sicuro. Se poi le controindicazioni si riducono o annullano possiamo dire di avere ormai un’ottima arma in pugno per combattere questo subdolo nemico. «Sono rimasto molto entusiasta di questo strumento – riprende Luperi– la qualità delle immagini è perfettamente sovrapponibile a quella del sistema classico, adesso permette anche di asportare eventuali piccoli polipi che dovessero manifestarsi durante l’esplorazione, esattamente come fa la sonda tradizionale. Forse i tempi di esecuzione sono un pochino più lunghi ma vengono recuperati dal non dover utilizzare le apparecchiature per la sterilizzazione, ad esempio, dato che il bruco è usa e getta. Il fatto poi– aggiunge– di eliminare beghe legali a causa di eventuali perforazioni durante l’esecuzione dovute talvolta alla necessaria pressione meccanica della sonda, lo ritengo un elemento di non secondaria importanza».
Il San Giuseppe è l’unico centro privato in Valdera, in provincia di Pisa ma anche in Versilia, a essere dotato di questa tecnologia in zona era disponibile solo nell’Azienda ospedaliera universitaria pisana. «Si tratta di un fiore all’occhiello della nostra provincia – conclude Luperi– e spero che si trovi la strada affinché gli si riconosca il valore che merita, a vantaggio di tutti».