Pistoia, «violentò l'ex cognata»: condannato a 9 anni
La sentenza è stata emessa ieri dal tribunale collegiale presieduto da Billet. L'uomo avrebbe abusato della giovane ex cognata mentre questa dormiva sul divano
PISTOIA. Condannato a nove anni di carcere per aver abusato della giovane cognata. La sentenza (non scriviamo il nome del condannato per non rendere identificabile la vittima) è stata pronunciata ieri mattina dal tribunale collegiale di Pistoia, presieduto dal giudice Stefano Billet (a latere i giudici Jaqueline Monica Magi e Pasquale Cerrone).
L’uomo, un sessantenne, è stato condannato a nove anni di reclusione per violenza sessuale e lesioni, per aver abusato della cognata (di 30 anni più giovane), e per aver aggredito, ferendolo, con un coltello il nuovo compagno dell’ex moglie.
I fatti risalgono al maggio del 2022. La sorella minore della moglie si era trasferita da alcuni mesi in casa dei due. Il cognato era stato probabilmente attratto da lei. Una sera l’avrebbe violentata mentre dormiva sul divano, in uno di alterazione, che non le rendeva possibile difendersi. La giovane era rincasata dopo aver passato la serata con amici, una sera in cui aveva consumato alcolici. Non si sarebbe accorta subito della violenza, ma al mattino si è resa conto di aver subito violenza e ha raccontato tutto alla sorella.
Dopo quel racconto la donna ha deciso di denunciare il coniuge, e di allontanarsi da lui. Un allontanamento che il 60enne non avrebbe accettato, minacciandola e tempestandola di messaggi. Una sera avrebbe minacciato di morte l’ex moglie con un coltello, per farsi consegnare le chiavi di casa. Poi avrebbe aggredito il nuovo compagno di lei, ferendolo a una mano. Portato in pronto soccorso, l’uomo aveva avuto un referto di 30 giugno.
L’ex coniuge della donna è finito sotto indagine. A coordinare i carabinieri il sostituto procuratore Giuseppe Grieco, che poi ha chiesto - e ottenuto - il rinvio a giudizio. In sede di requisitoria Grieco aveva chiesto una condanna a sei anni per il reato di violenza sessuale e a cinque anni per lesioni e rapina.
Ieri mattina il tribunale collegiale presieduto da Billet ha condannato in primo grado il 60enne a otto anni per il capo A (violenza sessuale) e un anno per il capo C (rapina, riqualificata come esercizio arbitrario e in continuazione con il capo D, lesione). Assolto per il capo B (stalking). Per le parti civili, difese dalle avvocate Federica Francesconi e Francesca Barontini, era presente in aula la prima.
Disposta anche una provvisionale di 1.500 a carico dell’imputato per esercizio arbitrario. Con esercizio arbitrario s’intende la modalità con cui l’uomo ha preso alla moglie le chiavi di casa. Aveva diritto ad averle, ma non usando la forza.
«Faremo ricorso in appello, una volta che avremo letto le motivazioni perché il mio cliente sostiene la sua innocenza», ha spiegato l’avvocato Samuel Stampigli del foro di Prato, che difende l’imputato. Secondo la versione data dal 60enne la sera dell’aggressione in strada l’uomo aveva avuto un diverbio con la famiglia della ex, durante il quale aveva anche subito il danneggiamento della sua auto.
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