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Pistoia, lavori da 15 milioni al Teatro Manzoni: demolizioni, nuove sale e la “fossa meccanizzata” – I tempi e il progetto

di Mario Neri

	Il Teatro di Pistoia (Foto TeatroPistoia.it)
Il Teatro di Pistoia (Foto TeatroPistoia.it)

Approvato il progetto esecutivo di restauro: avrà meno posti ma sarà moderno

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Il Teatro Manzoni sta per cambiare pelle. Non una semplice ristrutturazione, non un maquillage di facciata: il progetto esecutivo appena approvato annuncia una metamorfosi rara, di quelle che accadono una volta per secolo. Il grande teatro cittadino tornerà a somigliare a se stesso, a quel gioiello inaugurato nel 1694, e insieme diventerà una macchina scenica contemporanea, capace di sostenere produzioni d’opera e attività quotidiane come mai prima d’ora. Un’opera da oltre 15 milioni di euro, finanziata da Ministero della Cultura, Fondazione Caript, Comune, Regione e Intesa Sanpaolo, destinata a ridisegnare l’intero cuore culturale della città. L’avvio del cantiere è previsto – salvo intoppi – dall’estate 2026, con lavori che dureranno almeno due anni e mezzo.

La ricostruzione dei palchi

La novità che più colpisce è la ricostruzione integrale dei cinque ordini di palchi, oggi ridotti a tre e mezzo a causa della galleria in cemento armato degli anni Trenta. Quella galleria, che da quasi un secolo spezza la continuità visiva della sala, verrà demolita per restituire l’ellisse monumentale e le proporzioni originarie. La capienza scenderà da 836 a 754 posti, un sacrificio quantitativo necessario per guadagnare qualità: acustica più equilibrata, palchi più ampi, visibilità migliorata, un ambiente più fedele alla tradizione teatrale italiana.

Il nuovo Ridotto

Il progetto introduce anche una seconda sala, il nuovo Ridotto da 99 posti, distribuito su due livelli: uno spazio intimo, perfetto per concerti, letture, incontri, performance di piccola scala. Una novità che cambia la vita culturale del teatro e amplia le possibilità di programmazione.

La fossa orchestrale meccanizzata

Tra gli interventi più innovativi spicca la fossa orchestrale meccanizzata, in grado di sollevarsi, abbassarsi e adattarsi alle esigenze degli spettacoli. Si potrà passare da una buca orchestrale tradizionale a un ampliamento della platea o a un’estensione del palcoscenico. È un passo in avanti che avvicina il Manzoni agli standard dei grandi teatri lirici europei.

Trasformazioni interne e strutturali

Sottopalco, seminterrato e sottotetto saranno completamente trasformati: camerini, depositi, locali tecnici e percorsi interni verranno ripensati da zero, con nuova impiantistica, spazi più funzionali e un sottotetto che diventerà una vera cittadella tecnica, dotata anche di sala prove. Gli interventi strutturali – sostituzione di capriate, rinforzo dei solai, compartimentazioni antincendio – costituiranno la parte più impegnativa e meno visibile del cantiere.

La sala e il pubblico

Il pubblico vedrà invece una sala rinnovata, con platea ridisegnata, decorazioni restaurate, foyer valorizzato e piena accessibilità grazie ai nuovi ascensori. Durante i lavori, le attività teatrali si sposteranno al Bolognini, al Funaro e al Pacini di Pescia. Anche l’accessibilità cambierà volto: nuovi ascensori, nuovi collegamenti verticali e una revisione totale delle vie di fuga.

Verso il cantiere

Ora che il progetto esecutivo è stato approvato, la strada verso il cantiere è tracciata. L’appalto dovrà essere bandito nei prossimi mesi e, se i tempi saranno rispettati, i lavori potrebbero partire nell’estate 2026, con una durata stimata di almeno due anni e mezzo. Con i cantieri, la programmazione teatrale si sposterà al Bolognini, al Funaro e al Pacini di Pescia.

Il futuro del Manzoni

Il Manzoni, insomma, non si limita a tornare indietro: torna avanti. Recupera la bellezza perduta e si dota degli strumenti per affrontare il teatro del futuro. La città si prepara a ritrovare uno dei suoi luoghi simbolo: più fedele alla sua storia, più forte, più vivo.

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