De Franceschi-Pacinotti ancora senza preside, docenti infuriati: «Lavoriamo nell’incertezza»
Gli insegnanti dell’istituto professionale pistoiese speravano nella conferma della reggente Margherita De Dominicis, ma l’Usr avrebbe designato una dirigente che non vuole accettare
PISTOIA. Giunti alle porte di settembre, a due settimane dall’inizio della scuola, i docenti, tutto il personale e gli studenti dell’istituto professionale De Franceschi-Pacinotti di Pistoia non sanno ancora chi sarà il loro dirigente. Con la sospensione della reggente Elena Pignolo, dallo scorso aprile a capo della scuola era arrivata sempre in reggenza Margherita De Dominicis, ma pare che non sia lei la preside designata dall’ufficio scolastico regionale per guidare quest’anno il De Franceschi-Pacinotti. A quanto appreso dal corpo docenti, la scuola sarebbe stata proposta a un’altra dirigente, che però almeno al momento non avrebbe accettato. Morale della favola, ancora non c’è un preside certo. Una situazione di stallo che fa infuriare e non poco gran parte degli insegnanti: in più di 30 hanno unito le forze per denunciare in una lettera aperta il momento di criticità vissuto dall’istituto.
«Siamo arrivati a fine agosto in una situazione a dir poco vergognosa, che mette gli insegnanti e in generale tutto il personale del nostro istituto nella condizione di lavorare nell’incertezza, senza la necessaria continuità dirigenziale - scrivono i docenti - Una continuità che è essenziale dal punto di vista organizzativo, specialmente a inizio anno scolastico. Dopo aver cambiato già tre dirigenti nel corso dell’anno scolastico appena trascorso (Barbara Paggetti, Elena Pignolo e Margherita De Dominicis, nda), siamo ancora nell’incertezza di chi sarà il nostro prossimo preside. Speravamo che la nostra scuola proseguisse anche per quest’anno con la reggenza della professoressa De Dominicis, in continuità almeno con l’incarico assunto con grande senso di responsabilità ad aprile 2025. Non si capisce perché in questi ultimi giorni, in prossimità dell’avvio del nuovo anno scolastico, è stato deciso dall’Usr di cambiare in extremis e destinare al De Franceschi-Pacinotti un dirigente che al momento non si sa neppure se accetterà l’incarico e se deciderà di restare. Un provvedimento che agli occhi di tutti appare come una soluzione di comodo per sistemare una situazione nata altrove, utilizzando il nostro istituto come la ruota di scorta dell’apparato burocratico. Perché le sventure si concentrano sempre sulla nostra scuola?».
Della questione si stanno interessando anche i sindacati, perché ne va del funzionamento dell’intera scuola di via Dalmazia e corso Gramsci, rinomata per l’indirizzo agrario ma con altri tre indirizzi professionali nella propria offerta formativa. «Il De Franceschi-Pacinotti è una scuola d’eccellenza: innovazione tecnologica, didattica laboratoriale e un forte legame con il territorio e col mondo del lavoro sono i punti di forza riconosciuti da tutti - continuano i "prof" - Questo trattamento discriminatorio è ingiustificato. Tutte le altre scuole infatti stanno già procedendo all’organizzazione dell’anno scolastico, con l’assegnazione dei docenti alle classi e la costituzione dei consigli di classe, la pianificazione dell’orario, la preparazione del calendario degli impegni e tutto quell’insieme di azioni che ogni istituto, dai comprensivi alle secondarie di secondo grado, stanno già portando a regime. Perché invece proprio la nostra scuola (l’unica in tutta la provincia in questa situazione, nda), che conta tra l’altro circa 1000 iscritti e 200 tra docenti e personale Ata, con tante decisioni da prendere anche riguardo ai progetti europei e al Pnrr, dovrebbe rimanere in balia dell’incertezza? Tutto ciò non rende giustizia né agli studenti né al personale scolastico. Tutto ancora una volta è demandato alla buona volontà e alla professionalità di chi si è sempre posto con il proprio lavoro in prima linea per il bene della scuola, malgrado gli stravolgimenti dovuti alle decisioni degli uffici ministeriali».