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Ripercussioni per la protesta

Pisa, blocco ferroviario durante corteo pro Palestina: rischio denunce per i manifestanti – Ecco le possibili conseguenze


	Manifestanti sui binari
Manifestanti sui binari

La Questura valuta l’identificazione dei manifestanti. Il decreto sicurezza prevede pene severe

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PISA.  La manifestazione pro Palestina che si è svolta giovedì in città, a sostegno della Global Sumud Flotilla (la spedizione navale per portare aiuti a Gaza) rischia già di sortire ripercussioni. Il nodo in particolare è rappresentato dal blocco alla circolazione ferroviaria, durato più di un’ora, provocato dalle centinaia di manifestanti dei circa 1500 partiti dalla Loggia dei Banchi che sono arrivati fino alla stazione centrale di Pisa e hanno invaso i binari 1 e 2. Manifestanti le cui posizioni sono adesso al vaglio della questura, che starebbe valutando se procedere con l’identificazione ed eventualmente con la denuncia di chi ha interrotto il transito dei treni.

Cosa rischiano

Starà poi nel caso alla procura, ricevuta l’informativa dalla questura pisana, decidere se procedere nei confronti dei dimostranti per interruzione di pubblico servizio e violazione del decreto sicurezza numero 48 del 2025. Sì, proprio quello che, convertito in legge lo scorso giugno, ha previsto una stretta contro le manifestazioni che interferiscono con la circolazione pubblica, punendo queste proteste come reati e non più come illeciti amministrativi. Il provvedimento, convertito in legge a giugno, qualifica il blocco ferroviario come reato penale e non più come illecito amministrativo, con pene che possono arrivare fino a 5 anni di reclusione.

Ziello (Lega) chiede intervento duro

Nel frattempo, sul corteo non si sono fatte attendere le critiche da parte di esponenti della Lega. «Manifestare è sacrosanto – dice il deputato Edoardo Ziello – creare disagio a tutti gli altri cittadini, bloccando anche la circolazione ferroviaria come successo a Pisa, invece è intollerabile. Il decreto sicurezza, che ho orgogliosamente sostenuto e votato sia in commissione che in aula, punta a contrastare l’insopportabile comportamento di certi manifestanti che con i loro comportamenti oltranzisti danneggiano l’intera comunità come avvenuto in questo caso: il blocco della stazione ha causato oltre due ore di ritardi sulla circolazione dei convogli. A pagarne il prezzo, l’utenza: viaggiatori, magari pendolari che usano il treno per andare a lavoro. Un comportamento inaccettabile, per cui auspico una applicazione ferrea del nuovo reato di blocco ferroviario contenuto proprio nel decreto sicurezza da poco approvato. Molti non possono essere ostaggio di pochi».

Sulla stessa linea il consigliere comunale Angelo Ciavarrella: «l’interruzione del traffico ferroviario alla stazione di Pisa è un gesto inaccettabile oltre che illegale. Altrettanto inaccettabili sono le minacce di ripetere il gesto nella nostra città, in Italia e in Europa. Manifestare è un diritto ma è altrettanto un diritto potersi spostare liberamente senza dover ritrovarsi ostaggi su un treno o su un binario come è successo ieri a molti pendolari e turisti che hanno dovuto subire fino a due ore di ritardo nella circolazione dei convogli. Il gesto dei manifestanti che hanno fatto irruzione sui binari della stazione di Pisa ha difatti colpito esclusivamente chi con la crisi di Gaza non c’entra niente. Peraltro se la manifestazionein sostegno della Global Sumud Flotilla fosse proseguita pacificamente senza provocare forti disagi alla circolazione dei treni e senza imbrattarli avrebbe potuto raccogliere maggiori simpatie e consensi fra la popolazione»

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