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Sanità

«Ho un tumore alla prostata, attendo da mesi l’operazione»

di Lorenzo Carducci
«Ho un tumore alla prostata, attendo da mesi l’operazione»

Dopo la segnalazione, l’Asl risponde al 74enne pistoiese Antonio Ginetti: «L’intervento era già programmato a fine luglio, l’avremmo contattato a breve»

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PISTOIA. Antonio Ginetti è un pensionato di 74 anni e vive a Pistoia. Lo scorso 12 marzo gli è stato diagnosticato un tumore maligno alla prostata, il nome tecnico è adenocarcinoma di tipo acinare. Su consiglio dell’urologo accetta subito di sottoporsi all’intervento chirurgico di asportazione robotica della prostata all’ospedale di Prato, lo specialista lo richiede con urgenza e qualche giorno dopo il paziente viene chiamato a Pistoia per la preospedalizzazione. Ma i mesi passano, l’Asl non chiama e la paura di Antonio aumenta. Di tumore (al polmone) ha già perso la sua compagna di vita, morta a 47 anni. Manda una lettera all’urp dell’Asl Toscana Centro e al presidente della Regione Eugenio Giani, senza però ricevere rassicurazioni. Così si mette in contatto con i quotidiani locali e scrive al Tirreno. «Mi è stato detto che a Prato la durata della preospedalizzazione è di 4 mesi, ma stanno scadendo e il dottore che mi deve operare non rientrerà prima della prossima settimana - la preoccupazione del 74enne - La mia paura è che, superato questo termine, sia richiamato a effettuare nuovamente la preospedalizzazione e a dover riniziare da capo l’iter di attesa. E che nel frattempo queste cellule tumorali possano attaccare altri organi».

Il nostro interessamento, per fortuna, porta delle buone notizie. Sollecitata sul caso, l’Asl Toscana Centro risponde che «comprende pienamente l’importanza della situazione» e assicura che «l’intervento era già stato pianificato per la fine di questo mese di luglio, in accordo con i protocolli clinici, le disponibilità operative e con le stesse valutazioni del dottore».«A tale proposito gli uffici avevano già l’indicazione a contattare a breve il signore» aggiunge l’azienda sanitaria, che precisa come, per i pazienti con classe di rischio anestesiologico analoga a quella del signore, gli esami di preospedalizzazione abbiano «una validità di sei mesi». Sui motivi del protrarsi di quest’attesa, Antonio Ginetti ha un’opinione precisa. «L’intervento sarà effettuato a Prato in quanto è l’unico attrezzato del robot necessario per l’intervento - spiega - Non solo Pistoia, ma pure Pescia ed Empoli convergono per interventi prostatici su Prato. Circa 5-600mila pazienti con una sola disponibilità di tale macchina chirurgica, mi sembra una cosa assai deficitaria. Visto la non secondaria percentuale di uomini che, raggiunta una certa età, devono sottoporsi a quest’operazione». L’Asl risponde anche su questo, dicendo che «la direzione aziendale sta attualmente valutando con le autorità regionali il potenziamento del parco delle piattaforme robotiche per migliorare ulteriormente i tempi di intervento».

In ogni caso, il paziente chiede di essere operato in fretta anche per la presenza di un altro problema di salute che ritiene pericoloso con il perdurare del tumore. «Lo scorso anno sono stato interessato da una prima trombosi alla gamba sinistra dopo un intervento di protesi al ginocchio - racconta - che però era di forma leggera e interessava una vena secondaria. Mentre successivamente ho avuto una seconda trombosi, questa volta a una vena importante alla gamba destra. La dottoressa di Angiologia dell’ospedale di Pistoia è stata efficiente e meticolosa nel voler fare accertamenti per verificare l’eventuale presenza di un tumore che in ipotesi avrebbe provocato la trombosi. Al momento sono sotto terapia farmacologica da ottobre 2024».

Proprio il periodo in cui emergono sospetti sulla presenza di un tumore prostatico.«Sono alcuni anni che ho problemi urinari e da subito la mia dottoressa ha tenuto sotto controllo il Psa (antigene prostatico specifico, nda) fino a quando il 27 settembre è risultato pari a 6,05 nanogrammi per millilitro - ripercorre Ginetti - La dottoressa ha fatto richiesta di risonanza magnetica che ho effettuato dopo una visita urologica il 3 dicembre in una struttura convenzionata di Prato. L’esame ha evidenziato la presenza in ambedue le parti divisorie della prostata di macchie non identificabili se non con la biopsia, a cui mi sono sottoposto il 14 febbraio. Nel resoconto si legge la diagnosi: adenocarcinoma prostatico di tipo acinare». E da lì si arriva a marzo, con la visita specialistica, la decisione di operarsi, la preospedalizzazione e un’attesa che, a maggior ragione dopo il riscontro di Asl, ci auguriamo sia arrivata alla fine.

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